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Pubblici esercizi, Buratti: «Trento bella ma spenta»

Il presidente dell’Associazione dei pubblici esercizi: «Bene i tavoli di lavoro ma si acceleri sui tempi di realizzazione»

Giorgio Buratti, presidente dell’associazione pubblici esercizi del Trentino e vicepresidente di Confcommercio Trentino, interviene sul dibattito sollevato dai quotidiani circa la «movida» nel capoluogo: «Dobbiamo accelerare – spiega – una revisione profonda delle regole per far vivere la città».
Quando un’impresa chiude, cambia gestione o si trasferisce e ciò non dipende dalle leggi di mercato, dalla situazione economica, significa che c’è qualcosa che non funziona.
«Se un’azienda chiude per mancanza di clientela è un fatto – dichiara Giorgio Buratti – e le cause vanno cercate in determinati fenomeni.
«Ma quando a far chiudere un esercizio sono motivi legati alla burocrazia, alle regole, alla gestione – in generale – della cosa pubblica, allora occorre dare il via ad una profonda riflessione e agire per aggiustare ciò che non funziona».
 
«I tavoli di lavoro – prosegue il presidente Buratti – aperti con l’amministrazione comunale, con il sindaco Andreatta e gli assessori Gilmozzi e Stanchina, vanno proprio nella direzione di seguire la volontà condivisa di rivedere i problemi e le criticità della nostra città (di tutta la città, non solo del centro storico).
«Tuttavia, ritengo che si tratti di un lavoro a cui non è stata assegnata la giusta priorità: i fatti come quelli riportati dalle cronache di questi giorni sui quotidiani ci mettono di fronte all’emergenza del fenomeno. La città sta vivendo un profondo momento di cambiamento e le regole che ci sono non sono più in grado di fornire risposte adeguate.
«Il rischio? Senza una volontà ferma di attuare una visione dello sviluppo della città che armonizzi e valorizzi le aspirazioni di residenti, cittadini, studenti, imprenditori e tutti coloro che contribuiscono alla vita sociale ed economica della città il rischio è di vanificare tutti gli investimenti fatti finora per rendere Trento una città attrattiva e con una qualità della vita molto elevata.»
 
«Io credo – conclude Buratti – che sia necessario procedere con estrema rapidità nella ricerca di una soluzione organica e integrata alle varie esigenze di tutti gli attori cittadini: e, vorrei ribadirlo, è opportuno non limitare il discorso al solo centro storico ma occorre allargare la visione a tutta la città. Faccio fatica, oggi, a scorgere una visione di futuro per questa città e mi dispiace.
«Abbiamo una città molto bella ma spenta. È il momento che si ritorni sui tavoli di lavoro con convinzione. Fermo restando il plauso a questa amministrazione per aver contribuito alla loro creazione mi pare che manchi la spinta giusta e che non sia perso di vista un interesse generale per cavalcare di volta in volta l’emergenza.
«Ora è tempo di cambiare passo.»

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