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Draghi: «Lo sviluppo è il risultato di un impegno comune delle istituzioni, delle banche, delle imprese»

I commenti alla relazione del governatore Draghi all'assemblea della Banca d'Italia. In questo link, il testo della relazione di mario Draghi

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La «turbolenza dei mercati» che, partendo dalla crisi dei mutui negli Stati Uniti con il peggioramento del settore immobiliare e l'indebitamento e l'insolvenza delle famiglie, ha fatto sentire globalmente le proprie conseguenze. Il ruolo delle banche centrali nel prevedere e nel far fronte a questa situazione. Quindi il quadro economico italiano con uno sguardo particolare ai problemi (e alle prospettive) propri delle regioni del Sud. Infine i temi della finanza pubblica con parole di soddisfazione per la riduzione del debito registrata, ma con altre di preoccupazione per le prospettive per il 2008 definite «meno favorevoli». Sono i punti salienti della relazione annuale che il governatore Mario Draghi ha tenuto questa mattina all'assemblea della Banca d'Italia.

La relazione è stata seguita in diretta TV dai partecipanti al Festival dell'Economia 2008 nella sala conferenze della Facoltà di Economia dell'Università di Trento, che dalle 10.20 in poi si è progressivamente affollata e animata con momenti di riflessione e di dialogo. L'appuntamento, inserito nel programma con il titolo "A viva voce. Parla il governatore", è stato un incontro multimediale con relatori presenti in sala e altri in diretta tv e telefonica. A coordinare i commenti Francesco Daveri, docente di Economia politica all'Università di Parma che con gli ospiti e grazie anche alle domande del pubblico ha ripercorso e approfondito i passaggi più interessanti della relazione del governatore.
In sala, al tavolo con Daveri, Giorgio Barba Navaretti, docente di Economia politica all'Università di Milano, si è soffermato sulla riforma della Banca d'Italia (Daveri ha ricordato che, fra le varie cose, è stata decisa la chiusura di un terzo delle sedi) e sulla trasformazione e il rilancio dell'istituto Einaudi come centro di ricerca d'eccellenza su economia e finanza. Per Barba Navaretti è significativo che Draghi abbia voluto citare questi due aspetti in apertura della sua relazione.
Accanto a lui Alfredo Macchiati, della Direzione centrale Affari istituzionali e della Concorrenza delle Ferrovie dello Stato, si è detto colpito dall'attenzione riservata da Draghi alla tutela del cliente e del consumatore e alle questioni del fisco.

«Non mi aspettavo ne parlasse con tanta enfasi» ha commentato. Gli ha fatto eco Marco Onado, docente di Economia dei mercati e degli intermediari finanziari dell'Università Bocconi, in collegamento telefonico dall'assemblea della Banca d'Italia.
Onado ha osservato: «Nella relazione di Draghi la parte reale è stata prevalente rispetto a quella finanziaria».
Dello stesso avviso Francesco Vella, docente di Diritto commerciale all'Università di Bologna, anche lui al telefono dall'assemblea di Roma. Vella ha sottolineato l'attenzione alla tutela del cliente e l'indicazione di Draghi alle banche di estendere anche a chi è già cliente le condizioni migliori proposte ai nuovi. Per Vella l'autoregolamentazione è preferibile a una norma dirigistica.

Tra gli argomenti affrontati nel dialogo ha avuto spazio il messaggio lanciato da Draghi sullo sviluppo come risultato di un impegno comune. In altri termini: per fare sviluppo non bastano le imprese, occorre che tutte le istituzioni svolgano il proprio ruolo. Dalla fase di programmazione a quella di controllo e di valutazione. Occorre che funzionino la scuola, la macchina della giustizia, il sistema della sanità pubblica. Un altro argomento che ha raccolto interesse è stato quello della mancata progressione del salari rispetto al rialzo dei prezzi, dell'instabilità del lavoro che penalizza i più giovani e della difficoltà di conciliare flessibilità ed equità.

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