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Gli occhi di COSMO sul sisma – Di Agnese Cerroni

Dai satelliti della costellazione italiana COSMO SkyMed le prime immagini dei danni provocati nei centri abitati dal terremoto di magnitudo 6.0 del 24 agosto

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Rese disponibili dall'Agenzia Spaziale Italiana le prime immagini satellitari delle aree colpite dal sisma del 24 agosto scorso: gli «occhi» del sistema COSMO-SkyMed, al lavoro dalle prime ore successive al disastroso sisma che ha colpito le aree appenniniche del centro Italia, sono stati configurati in modalità di emergenza e puntati alle zone interessate dal terremoto delle 3.36 della scorsa settimana. I dati acquisiti sono stati elaborati e analizzati con il supporto della Protezione Civile e l’INGV per gestire l’emergenza.
«Il sistema COSMO-SkyMed, attivato la stessa notte del terremoto, ha iniziato ad acquisire immagini di precisione a partire dal 26 agosto, evidenziando le aree colpite, sia a livello dei singoli centri abitati che dell’insieme del vasto territorio interessato dal sisma – ha dichiarato il Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana Roberto Battiston. – Questo monitoraggio quotidiano di precisione continuerà nei prossimi mesi in accordo con le richieste della Protezione Civile e dei Centri di Competenza dell’INGV e del CNR per permettere l’identificazione delle faglie attive e monitorare gli effetti della sequenza di scosse seguite a quella iniziale.
«Si tratta di uno strumento fondamentale a disposizione del nostro Paese per la valutazione del danno sismico e successivamente per lo sviluppo di un modello geofisico delle aeree colpite.»
 

 
«I centri di eGEOS dalla prime ore dopo il sisma hanno ininterrottamente supportato da Matera e dalla emergency room di Roma l’Agenzia Spaziale Italiana, la Protezione Civile e i centri di competenza nazionali nella gestione dell’emergenza, – ha dichiarato il Direttore del settore Spazio di Leonardo-Finmecccanica, Luigi Pasquali. – Il nostro Centro per le emergenze produce mappe e dati di dettaglio delle zone colpite dal sisma, utilizzando tutte le tecnologie disponibili, aeree e satellitari e in primis l’assetto della costellazione COSMO-SkyMed.
«I dati ricevuti dal Centro Spaziale di Matera e successivamente elaborati forniscono informazioni sui danni, sullo stato delle infrastrutture e su quanto avvenuto su grande scala.
«Un esempio del livello delle applicazioni e servizi spaziali che l’azienda e il paese esprimono oggi frutto di investimenti e sviluppi tecnologici allo stato dell’arte e che ci pongono all’avanguardia nella gestione delle emergenze a livello mondiale.»
 
La costellazione COSMO-SkyMed è il primo sistema di osservazione satellitare della Terra concepito per scopi duali, cioè civili e militari.
I suoi quattro satelliti sono quattro «occhi» in grado di scrutare la Terra dallo spazio metro per metro, di giorno e di notte, con ogni condizione meteo.
Per aiutare a prevedere frane e alluvioni, a coordinare i soccorsi in caso di terremoti o incendi, a controllare dall'alto le aree di crisi.
Sviluppato dall'Agenzia Spaziale Italiana in cooperazione con il Ministero della Difesa, COSMO-SkyMed si basa su una costellazione di quattro satelliti identici, dotati di radar ad apertura sintetica (SAR) che operano in banda X (in grado quindi di vedere attraverso le nuvole e in assenza di luce solare).
Il sistema è in grado di effettuare fino a 1.800 immagini radar, ogni 24 ore.
 
La costellazione satellitare italiana ha dato il suo contributo agli ultimi grandi eventi sismici verificatisi non solo in Italia ma nel mondo.
Nel 2008, ad esempio, per il terremoto del Sichuan in Cina Cosmo-SkyMed svolse un ruolo di monitoraggio e di trasmissione di informazioni altrimenti non reperibili viste le condizioni del terreno e meteorologiche; per il sisma che sconvolse L'Aquila nel 2009 Cosmo fornì dati sulle zone colpite e in seguito permise l'identificazione della faglia che ha originato il sisma.
Ancora, nel 2010 la prima immagine post-terremoto di Haiti arrivò appena due giorni dopo l'evento e la costellazione di satelliti scandagliò per settimane l'area fornendo materiali utili alla valutazione dei danni; nel 2011, per lo tsunami in Giappone, il governo nipponico - nell'ambito di un accordo con l'agenzia spaziale giapponese Jaxa - chiese due immagini e l'Italia ne fornì 200, relative all'intera costa orientale, consentendo così di mappare l'evoluzione della situazione nelle zone allagate nel corso di circa due settimane.
A questa prima richiesta si aggiunse quella della AIEA (International Atomic Energy Agency) di avere le immagini della centrale di Fukushima.

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