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Il Maggiore dei carabinieri Davide Perasso lascia Bolzano

Dopo 28 anni in provincia di Bolzano passa a quella di Trento per dirigere il NAS


 
Il Maggiore Davide Perasso lascia dopo 8 anni il Nucleo Investigativo dei Carabinieri, e dopo ben 28 anni la provincia di Bolzano (ove ha ricoperto incarichi presso le Compagnie di Bressanone e Brunico prima di giungere al Comando Provinciale) per assumere il comando del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità di Trento.
Sono stati 8 anni davvero intensi, caratterizzati da numerosissime operazioni di servizio che hanno visto l’Ufficiale ed il suo reparto costantemente impegnati nella lotta alla criminalità.

Per citare solo alcune delle attività più significative basterà ricordare le operazioni «Mon amour 2009» (14 albanesi ed italiani arrestati per sfruttamento della prostituzione), «Puschtra 2010» (6 kosovari arrestati per associazione a delinquere finalizzata ai furti in abitazione), «Lupo Alberto 2011» (6 albanesi arrestati per lo stesso motivo), «Zlatan 2012» (6 nomadi che avevano depredato numerosi hotels), «Due ruote 2012» (26 persone, di cui 7 arrestate in Slovacchia, deferite per numerosi furti di biciclette di ingente valore in costanza di importanti competizioni amatoriali), «Dak 2013» (9 albanesi arrestati per furti in abitazione in tutta la provincia), «Totem 2014» (6 kosovari arrestati per furti di colonnine bancomat), «Sabotage 2015» (27 rumeni arrestati per associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione) e «Cupi 2015» (5 kossovari e albanesi arrestati in collaborazione con il LKA austriaco per una serie di furti in abitazioni ed alberghi nella fascia di confine).

Vero e proprio fiore all’occhiello è stata nel 2011 la cattura del noto Max Leitner, evaso dal carcere di Asti al termine di permesso premio ed arrestato (per la terza volta dall’Ufficiale), nel corso di una spettacolare operazione condotta con l’intervento del G.I.S., dopo quasi 2 mesi di latitanza.
Sempre in prima linea nella risoluzione di tutti i delitti più efferati consumati in provincia, ha condotto personalmente le indagini relative a numerosi omicidi fra i quali, per ricordare soltanto gli ultimi, quello di Alessandro Heuschreck a Bolzano, Peter Cristina a Merano e Irma Denicolò a San Lorenzo di Sebato.

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