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Convegno Sidea 2016, Bolzano e San Michele all'Adige

Il senatore Panizza sulle produzioni locali: «Qualità e riconoscibilità dei prodotti di montagna per competere sui mercati globali»

«Oggi, a fronte di mercati sempre più grandi e complessi, è necessario interrogarsi in che modo i contesti e le produzioni locali, a cominciare da quelle di montagna, possano misurarsi con questi scenari. Io credo che la strada maestra sia puntare sulla ricerca e sulla qualità dei prodotti. Ma anche attraverso politiche per la competitività, a cominciare dalle indicazioni di origine per rendere i nostri prodotti riconoscibili nel mondo.»
Così il segretario della Commissione Agricoltura del Senato, Franco Panizza, durante SIDEA 2016, il convegno annuale della Società di Economia Agraria, svoltosi a Bolzano e a San Michele all'Adige, nel dibattito-confronto con l'europarlamentare autonomista Herbert Dorfmann.
«Sulla competitività della nostra agricoltura - ha detto il segretario del PATT - un ruolo di primo piano lo gioca il sistema cooperativo. Da un lato garantisce, attraverso i soci, il controllo della produzione all’origine e, dall’altro, consente di avere la massa critica di una grande azienda quando si tratta di andare sul mercato. Questo modello è un vero e proprio valore aggiunto e, come tale, va sostenuto e incoraggiato.»
 
Così come è importante puntare sulla ricerca: «abbiamo ottime scuole agricole, che preparano al meglio i contadini nel controllo della produzione e nella ricerca di soluzioni volte a ridurre l'impatto dei prodotti antiparassitari. Per questo occorre investire ancora maggiori risorse in questo settore, anche qui, con una duplice funzione: quella di avere produzioni che facciano sempre meno ricorso a interventi fitosanitari, ma anche per avere agricoltori che conoscano sempre meglio la terra e le tecniche di coltivazione
Il grande tema dal quale nessuno si può sottrarre è quello della qualità. La qualità permette di vendere a prezzi più alti della produzione di massa ed è un riparo nelle fasi difficili, quelle di contrazione dei mercati. Pensiamo al settore lattiero-caseario: abbiamo allevamenti che sono uno spanna sopra rispetto a certe produzioni industriali. Tutto questo interroga da vicino anche il collegamento con il turismo, che merita la massima attenzione: dobbiamo riuscire a far apprezzare al turista l’esperienza del territorio e delle sue produzioni, del formaggio in malga o di quello tipico trentino, anche attraverso le varie manifestazioni che abbiamo organizzato come, ad esempio, Latte in Festa.
Perché locale resta una formula vuota se il consumatore non percepisce il forte legame con l'identità di un territorio: è questa che rende riconoscibili e competitivi i prodotti sul mercato globale. Ed è processi di questo tipo che la politica locale e le istituzioni debbono favorire e incoraggiare.»
 
Le ultime due riflessioni Panizza le ha volute dedicare agli accordi commerciali internazionali e al problema della contraffazione: «gli accordi vanno tutti bene, purché vengano tutelati tutti quelli che fanno impresa senza sotterfugi, in maniera onesta.
Per questo una delle priorità - ha  concluso il segretario del PATT - è combattere la contraffazione del prodotto nostrano, volumi di fatturato da capogiro e con un danno enorme all'agroalimentare di casa nostra. Per me resta incredibile che l'Europa, puntigliosa fino allo sfinimento quando si tratta di imporre regole ai nostri agricoltori, chiuda così facilmente gli occhi davanti a un fenomeno così grave.»

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