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Il Presidente Renzi a Washington, un bellissimo spot per l’Italia

La sua visita ufficiale negli Stati Uniti, dalla sera di lunedì 17 fino a mercoledì 19 ottobre, è stata una vetrina mondiale senza precedenti

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La visita di Matteo Renzi a Washington è stata un successo senza precedenti per l’Italia.
Il 18 ottobre, con la moglie Agnese Landini, è stato accolto alla Casa Bianca dal Presidente degli Stati Uniti D'America Barack Obama e dalla moglie Michelle.
Al termine dell'incontro Renzi e Obama hanno tenuto una conferenza stampa congiunta e in serata il premier ha partecipato alla cena di Stato alla Casa Bianca.
Il 19 ottobre Renzi è intervenuto alla Johns Hopkins University e ha visitato il Cimitero Monumentale di Arlington, infine ha incontrato la stampa.
 
Accolto ufficialmente come «ultimo capo di stato incontrato dal presidente Obama», Renzi ha avuto elogi dal presidente Obama come non si era mai sentito prima per un capo di stato italiano.
E visto che il mandato di Obama sta per scadere, non c’è motivo di pensare che non sia stato sincero.
Obama ha esaltato il ruolo di Renzi come «il nuovo che avanza», la «speranza per l’Europa».
Si è augurato che il referendum confermi le riforme costituzionali, ma ha aggiunto che «comunque vadano le cose, rimanga al governo: tifo per lui».
 
Quasi quattrocento ospiti all'ultima cena di stato che ha visto le first lady Michelle e Agnese brillare nelle loro mise luccicanti tutte italiane.
C'erano Roberto Benigni con la moglie Nicoletta Braschi, Paolo Sorrentino, Giusi Nicolini, Raffaele Cantone e Giorgio Armani.
C'erano anche il consigliere di Renzi Giuliano Da Empoli, amico dello spin doctor Jim Messina, il commissario di Bagnoli Salvo Nastasi e il neocommissario per il digitale Diego Piacentini.
Tra gli invitati da Obama erano presenti anche il presidente della Fiat Chrysler Automobiles John Elkann con la moglie, l'attore italo-americano John Turturro e tutta la Waashington che conta: il capo del Pentagono Ash Carter, la consigliera per la sicurezza nazionale Susan Rice, la presidente dell'opposizione democratica alla Camera Nancy Pelosi, il vicepresidente Joe Biden.
 
Al tavolo presidenziale erano seduti Obama, Renzi, Michelle, Agnese, Elkann e il comico Jerry Seinfeld.
La musica di sfondo era jazz e dixieland alternata a Funiculì funiculà e Nessun Dorma.
Il menu a cura dello chef Mario Batali era a base di sapori italiani: agnolotti di patata dolce, insalata di zucca con il pecorino di New York, braciole con cremolata di rafano e friarielli, il tutto innaffiato da Vermentino e Sangiovese.
Al brindisi Obama si è concesso qualche battuta nei confronti dell'ospite italiano: «Una volta ero io quello giovane, ora è lui, stimo il suo ottimismo, la sua energia e la sua visione».
Tra le battute, Obama ha raccomandato a Benigni di «non saltare sui tavoli» [come aveva fatto quando aveva ricevuto l’Oscar – NdR].
Renzi ha commentato il discorso di Michelle Obama a sostegno di Hillary Clinton era «migliore dei tuoi pomodori». Probabilmente era una critica ai pomodori coltivati alla Casa Bianca…
 
Tutto questo può andare in archivio come un grande successo per il presidente Renzi e, di conseguenza, per l’intero sistema Italia.
Come abbiamo detto nel titolo, l’accoglienza riservata a Renzi da Obama è paragonabile a uno spot pubblicitario finalizzato a trasferire al presidente italiano l’autorevolezza del presidente degli Stati Uniti in un momento in cui l'Italia si trova a dover scegliere se stare con o contro Renzi.
Non solo, l’appoggio alle critiche italiane nei confronti delle politiche europee è un messaggio chiaro e forte per Bruxelles.
«Una procedura d’infrazione? – Ha commentato alla fine Renzi che al ritorno deve volare a Bruxelles. – Sì, a quei paesi che non ricollocano i migranti.»
 
GdM

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