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Futuro di Equitalia, i lavoratori sono sul piede di guerra

«Se sull'assunzione del personale il decreto non cambia, pronti alla mobilitazione nazionale»

Sabato scorso è stato emanato lo schema di decreto che prevede la soppressione di Equitalia.
Ad una prima analisi emerge che il provvedimento non cambia le regole della riscossione in quanto non prevede la definizione agevolata di cui tanto si è sentito parlare negli ultimi tempi, ed in questo senso  delude le aspettative dei contribuenti.
Il testo, anzi, prevede un potenziamento della riscossione riconoscendo al nuovo ente pubblico economico che sostituirà Equitalia ancora più poteri circa l’utilizzo dei dati in possesso dell’Agenzia delle Entrate e dell’Inp.
Tale decreto, inoltre, contiene al proprio interno una condizione gravissima ed inaccettabile per i lavoratori del settore: il personale del Gruppo Equitalia potrà passare alle dipendenze del nuovo ente «previo superamento di apposita procedura di selezione e verifica delle competenze, in coerenza con i principi di trasparenza, pubblicità e imparzialità».
 
Non ci è dato ancora sapere, con assoluta certezza, che cosa significhi esattamente questa frase nelle intenzioni del Governo.
Ciò che sappiamo certamente è che il personale dipendente dal gruppo Equitalia è transitato dai vecchi concessionari privati alla società ad azionariato pubblico a seguito di una legge dello Stato, la n. 248 del 2 dicembre 2005.
Tutte le assunzioni effettuate dalla società a partecipazione pubblica successivamente alla data di entrata in vigore di quella legge sono state fatte utilizzando procedure di selezione tempo per tempo previste dal contratto vigente e dalle procedure deliberate dai vari CdA succedutisi negli anni, ed i cui componenti sono stati decisi dagli azionisti pubblici (Agenzia delle Entrate ed Inps).
Combatteremo con grande determinazione, in tutte le sedi e con ogni mezzo possibile affinché nessun dipendente di Equitalia possa dover superare alcuna prova per continuare serenamente ad applicare tutta la professionalità nell’ambito del suo rapporto di lavoro a causa di una scelta di modifica organizzativa e gestionale del servizio di riscossione.
 
A tale fine porremo in essere ogni possibile iniziativa di carattere sindacale, politico e giuridico con il coinvolgimento attivo di tutta la categoria.
Immediatamente viene indetto lo stato di agitazione con blocco delle prestazioni straordinarie ed applicazione rigida delle previsioni contrattuali vigenti; nelle prossime ore e nei limiti delle previsioni della legge che regolamenta il diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali, verrà comunicata la data di una prima giornata di mobilitazione nazionale.
Chiediamo che il testo del decreto venga cambiato nel rispetto della dignità, delle professionalità  delle lavoratrici e dei lavoratori del settore, della storia di un paese democratico, l’Italia, ancora Stato di diritto.
Chiediamo venga aperto subito un tavolo di reale e corretto confronto sindacale.


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