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«Reach for the Sky», ecco l'inquietante documentario/thriller

La rassegna Mondovisioni - I documentari di Internazionale, presenta a Pergine il documentario sull’ipercompetitivo sistema educativo della Corea del Sud

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Ogni 2 novembre in Corea del Sud mezzo milione di ragazzi affrontano il test scolastico noto come Suneung siheom.
Le aziende aprono un'ora più tardi per ridurre i rischi di traffico, e i voli vengono sospesi perché gli aerei non disturbino la concentrazione.
Molti studenti si sottopongono per anni a una rigida routine, che li porta, dopo il normale orario scolastico, nelle accademie private che li addestrano intensamente per il grande giorno.
Il suneung determinerà non solo quale università frequenteranno ma anche il loro status nella società coreana, rigidamente gerarchica, e resterà una delle esperienze più competitive della loro vita.
Il documentario di Steven Dhoedt e Choi Wooyoung, costruito come un thriller, segue le storie di tre di questi studenti, Hyunha, Min-Jun, Hye-In e di uno dei loro super professori, Kim Ki-Hoon.
 
La mattina del Suneung perfino la borsa di Seoul apre un’ora più tardi per snellire il traffico e gli studenti che vi rimangono comunque intrappolati possono chiamare il 112, il numero solitamente riservato alle emergenze, per essere scortati a scuola.
Veicoli militari, ambulanze, scooter per le consegne alimentari in quel giorno vengono usati per aiutare gli studenti rimasti bloccati.
Anche molti genitori affluiscono in massa alle sedi d’esame e passano la giornata davanti ai cancelli chiusi pregando per i figli.
lcuni preferiscono farlo nei templi buddisti davanti a una foto del figlio e al foglio d’iscrizione all’esame.
Negli anni di preparazione all’esame la maggior parte degli studenti si sveglia alle 6 del mattino per andare a scuola e torna a casa ben dopo mezzanotte dopo aver frequentato un’accademia privata di preparazione.
 

 
Il Suneung deciderà non solo a quale università potranno iscriversi, ma a quale livello della gerarchia sociale potranno di fatto accedere.
«[... ] la Commissione conferma il proprio timore che la natura altamente competitiva del sistema educativo rischi di impedire un pieno sviluppo dei ragazzi e delle ragazze.»
Osservazioni conclusive: Repubblica di Corea, 2003, Commissione ONU per i diritti del fanciullo.
«Per quanto rigorosa l’educazione possa essere, non deve esserlo a detrimento del completo sviluppo del ragazzo. Privandolo del suo diritto al gioco, anche la sua creatività viene menomata. L’educazione dovrebbe arricchire lo sviluppo di un ragazzo, non restringerlo ad alcuni settori esclusivi. Il Ministero dell’educazione è ben consapevole di questi problemi e ha tentato più volte di riformare il sistema educativo, con scarsissimi risultati. La causa ultima, infatti, non è tanto nel sistema educativo formale, quanto nella società nel suo insieme. Fintanto che il titolo di un’università prestigiosa sarà considerato una status symbol e un requisito irrinunciabile per un impiego di alto livello, poco potrà cambiare. È necessario un fondamentale cambiamento di mentalità, ma è chiaro che non accadrà dall’oggi al domani.»

«Reach for the Sky Choi Wooyoung è un documentario su una società in cui l’educazione è diventata un’industria multi miliardaria a causa dell’ossessione per lo status sociale, su una cultura in cui il tipo di laurea è importante almeno quanto il tipo di auto che guidi o la casa in cui vivi, in cui le madri sono diventate delle micro managar dell’educazione, impegnate a ottimizzare ogni minuto che i figli potrebbero investire nello studio. Nella sua essenza il film è dedicato al diritto di gioco e di sviluppo di sé di ogni bambino. Dopo tanti anni di intenso lavoro, molti di questi ragazzi sono emotivamente spenti. Un giorno si svegliano, felici di essere stati accettati nell’università che sognavano, ma anche consapevoli di non sapere perché sull’altare di quel sogno hanno sacrificato la loro vita».

Steven Dhoedt.

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