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L’Acceleratore di particelle diventa «opera d’arte»

Due grandi sculture realizzate da Alberto Tadiello con pezzi della macchina dismessa nel 2004 sono state installate nella corte del Polo scientifico di Povo

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Sopra, la scultura con il gruppo di lavoro. Sotto, la macchina come era.
 
L’acceleratore ionico dismesso diventa opera d’arte. Per dare il benvenuto a chi arriva a Povo 1 e per accompagnare chi lo frequenta negli spostamenti tra i vari punti del complesso.
Il progetto vincitore del concorso di idee promosso nel 2015 dal Dipartimento di Fisica dell’Università di Trento e dal Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto è stato appeso alla passerella di vetro e metallo che collega i corpi di fabbrica di Povo 1 nel Polo scientifico e tecnologico Fabio Ferrari (Via Sommarive, 5).
Mercoledì 2 novembre alle 14 ci sarà l’inaugurazione. Ad aprire il programma sarà il direttore del Dipartimento di Fisica Lorenzo Pavesi.
 
Previsti quindi gli interventi del rettore Paolo Collini, del direttore del Mart Gianfranco Maraniello, del professore emerito Renzo Leonardi e dell'artista Alberto Tadiello.
L’opera d’arte è un omaggio all’acceleratore ionico, che era stato costruito dal professor Igino Scotoni nel 1985 per esperimenti fisici sulle proprietà superficiali dei metalli e che è stato dismesso nel 2004.
Si tratta di un’iniziativa del Dipartimento di Fisica dell’Università di Trento in collaborazione con il Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, con il patrocinio della Provincia autonoma di Trento, del Comune di Trento e dei Giovani Artisti italiani (Gai), con il contributo dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN).

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