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Attentato di Lavarone, altri commenti dalla comunità trentina

Dorigatti: «Chi alimenta paure non risolve problemi» – Il PD: «L'accoglienza del Trentino non cambia» – La Lega: «Simili azioni non fanno parte della cultura trentina»

Dei vari commenti giunti in redazione sull’attentato incendiario a Lavarone contro una struttura destinata ad accogliere 24 donne nigeriane, ne pubblichiamo tre.
 
 Bruno Dorigatti, presidente del Consiglio Provinciale 
A Lavarone la comunità e le Istituzioni locali hanno dimostrato un senso di responsabilità e una volontà solidale che non sarà certo un gesto stupido e vigliacco a cancellare.»
Ha ragione il Sindaco di Lavarone: i gesti di fratellanza sono di più e contano di più di questi atti incivili. 
Il Trentino è di fronte ad una grande sfida: essere terra di accoglienza e integrazione, laboratorio di convivenza, esempio e modello di valorizzazione delle diversità.
Chi alimenta le paure non risolve alcun problema, ma ne crea di nuovi e più pericolosi: mina la coesione sociale e mette a repentaglio il futuro delle nostre comunità in un mondo aperto e interdipendente.
Per fortuna la nostra società è ancora in grado di isolare queste oscenità e dire che c’è un confine di civiltà che non può e non deve mai essere superato.
 
 Il partito Democratico del Trentino 
Il Partito Democratico del Trentino esprime piena solidarietà al Sindaco e alla comunità di Lavarone per il vigliacco attentato perpetrato nei confronti della struttura che ospiterà  a breve 24 profughe nigeriane.
Un attentato che non è stato solo contro le ragazze che devono arrivare lunedì, ma contro l’intera comunità trentina, che ha nell’accoglienza e nella solidarietà i suoi tratti distintivi.
E a quelli che incitano sempre e comunque a «chiudere la porta» un invito ad una riflessione seria: non è con il seminare ad arte odio, diffidenza e insicurezza che si farà cambiare la politica di accoglienza del nostro Trentino.
Anzi, un fatto del genere farà sì che si continui con ancora più perseveranza e convinzione su questa strada, portata avanti con grande coraggio dall’Assessore Luca Zeni e dalla Giunta provinciale tutta, nella convinzione che questo non è più il momento dei distinguo.
Condannare ma poi non perdere l'occasione per cercare di polemizzare con quello che è indicato come uno dei migliori modelli dell'accoglienza, è inaccettabile.
Cosa si può fare di più che distribuire secondo un principio di equità territoriale in piccoli gruppi queste persone per consentire percorsi di integrazione?
Cosa propone la Lega che non sia l'imprecazione fine a se stessa, humus che alimenta l'odio che dà a vita, alla fine, ad atti di violenza come quelli di Soraga e Lavarone?
Ora più che mai è necessario che tutti facciano la loro parte nel processo di accoglienza e integrazione.
 
 La Lega Nord del Trentino 
Se i fatti accaduti oggi a Lavarone venissero confermati, per quanto si può apprendere dalle prime notizie, sono da condannare fermamente.
Simili azioni non fanno parte della cultura trentina, che ha alla propria base radicati principi sia di convivenza che di solidarietà.
Tali fatti, sempre se confermati, vanno collegati con quelli, del tutto simili, accaduti a Soraga nelle scorse settimane.
Già in quella sede avevamo manifestato il nostro punto di vista politico, affermando come, assieme alla condanna esemplare dell'accaduto, occorra anche criticare le scelte della Giunta Provinciale, nella sua imposizione forzosa verso la popolazione dei territori rispetto alle proprie scelte in termini d'immigrazione.
Al di là delle affermazioni, oggi compiute dalla Giunta Provinciale, che sostengono di avere condiviso questa scelta con la comunità di Lavarone (cosa a nostro avviso tutta da dimostrare) noi ribadiamo come tali azioni, che comunque condanniamo, vedano una responsabilità politica da parte di coloro che intendono imporre ai territori le loro politiche di gestione dell'immigrazione.

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