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Operazione «Ghost Shower», doccia fantasma

Arrestato lo spregevole individuo che truffava i deboli, gli anziani, i disabili

Dopo la campagna antitruffa messa in campo dai Carabinieri di Trento, anche con la creazione di un dépliant contenente consigli utili per le persone deboli e gli innumerevoli incontri che tutti i Comandanti di stazione hanno avuto con le rispettive popolazioni nei luoghi di aggregazione, anche alla fine delle celebrazioni eucaristiche, tra l’ottobre ed il novembre 2015 la Stazione Carabinieri di Canal San Bovo ha ricevuto 5 denunce sporte da persone anziane, che avevano trovato il coraggio di denunciare di essere state contattate da un call center di una ditta Veneta, che proponeva l’installazione di un «box doccia in molti casi provvisto di specifici accessori per l’utilizzo da parte di persone invalide», in sostituzione della vecchia vasca da bagno.
 
Successivamente, a seguito degli accordi verbali, si presentava presso le rispettive abitazioni un veneziano di 57 anni il quale, attraverso subdoli artifizi e raggiri, prospettava la possibilità di realizzare i lavori pattuiti in un solo giorno, a un prezzo particolarmente vantaggioso, inducendo così in errore le vittime, che in buona fede sottoscrivevano i contratti di fornitura e posa in opera del materiale.
Astuta è risultata anche la selezione dei soggetti da colpire, individuati attraverso l’elenco telefonico che vede ormai come utenti persone di una certa in età in considerazione del sopravvento degli smart phone.
 
L’analisi dei contratti evidenziava come i contenuti fossero sin dall’origine viziati sia nella forma che nella sostanza, in quanto non venivano sbarrate le caselle dei sanitari prescelti, né veniva mai indicato l’inizio e la fine dei lavori, seppur concordato verbalmente, sfruttando la mancanza di lucidità delle anziane vittime.
Il proponente quindi si faceva versare un acconto tramite bonifico bancario, pari alla metà dell’importo concordato (circa 1.500 euro a contratto) e dopo averlo ricevuto si rendeva irreperibile, senza mai adempiere a quanto concordato lasciando il lavori in fase iniziale.
Nessun risultato sortivano purtroppo le disperate sollecitazioni delle parti offese, che si trovavano il bagno semi distrutto e pregiudicato nelle sue funzionalità, causando un grave danno alle stesse. Basti pensare che alcune di esse erano persone invalide e affette da degenerazioni neurologiche croniche oppure non deambulanti.
 
Sulla scorta delle denunce raccolte, la Stazione Carabinieri di Canal San Bovo dava inizio a un articolata e caparbia attività investigativa, coordinata inizialmente dalla dr. Maria Colpani della Procura della Repubblica di Trento, poi passata per competenza territoriale alla Procura di Venezia, che riuniva più procedimenti aperti da diverse Procure per analoghi episodi delittuosi commessi in un raggio geografico compreso in quasi tutto il Nord Est.
Tutti i fatti erano infatti riconducibili ad un unico soggetto, che aveva concretizzato le progettualità criminose in un arco temporale compreso tra il 2014 , 2015 e 2016, agendo sempre in danno della categoria di persone compresa nelle cosiddette fasce deboli.
Dall’attenta analisi della movimentazione bancaria, gli inquirenti della Stazione Carabinieri di Canal San Bovo, accertavano entrate mensili nelle casse dell’indagato di ben € 20.000 per un ammontare complessivo dell’intera attività truffaldina stimato in € 500.000 circa.
 
Le prove raccolte nel corso dell’indagine dei Carabinieri di Canal San Bovo, coordinata nelle fasi più salienti dal Sostituto Procuratore della Repubblica Dr. Roberto Terzo, consentivano all’Ufficio del G.I.P. del Tribunale di Venezia, di emettere un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico del 57enne di Musile di Piave, eseguita dai Carabinieri di Canal San Bovo nella mattinata del 16 novembre dopo essere stato localizzato in Noventa di Piave, per essere poi incarcerato a Venezia.
La prima disanima dell’enorme mole di materiale rinvenuto a seguito della perquisizione domiciliare effettuata all’atto del suo arresto, ha consentito di scoprire ben 73 nuove presunte truffe che vanno sommate alle 112 già cristallizzate dalle investigazioni per un totale di 185 truffe.
 
Particolarmente comprovanti e meschini sono risultati i contenuti delle 185 cartelle sequestrate, catalogate secondo le caratteristiche fisiche e punti di criticità delle vittime con diciture del tipo «disabile», «novantenne», «senza una gamba» «vedovo» «in carrozzina», strumentali per la realizzazione delle progettualità criminose.
Sulla scorta di quanto accertato, i Carabinieri invitano la popolazione a prestare attenzione a proposte vantaggiose avanzate da persone sconosciute e non referenziate.

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