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Vicenda Sait, Fezzi e Dalpalù: «Collaborare per attutire l’impatto»

I lavoratori di Sait oggi in sciopero hanno manifestato davanti alla Federazione

I lavoratori di Sait si sono ritrovati stamani nella sede della Federazione in via Segantini per esprimere la propria contrarietà all’annuncio di esuberi fatto dall’azienda qualche giorno fa.
Una delegazione ha incontrato il presidente Mauro Fezzi, il presidente di Sait Renato Dalpalù e il delegato ai rapporti sindacali della Federazione Michele Odorizzi.
Dai vertici cooperativi è venuta innanzitutto la consapevolezza della gravità di una decisione sofferta, impopolare e dolorosa per molte famiglie, ma Dalpalù ha dovuto anche ribadire la necessità di intervenire per migliorare la produttività.
«Massima disponibilità a confrontarci per fare sì che il danno sia il minore possibile – ha detto Dalpalù –, finora abbiamo tenuto in sospeso l’avvio della procedura.»
Dalpalù ha comunque ribadito che la scelta è arrivata dopo altre iniziative che hanno riguardato l’alleggerimento del debito e la politica commerciale.
 
«Saranno interessati da revisione anche tutti i rapporti con i fornitori di beni e servizi. Ma purtroppo non possiamo fare a meno di migliorare la produttività. La mutualità non è in contrapposizione con la produttività, devono andare insieme.»
«Il nostro obiettivo è quello di mantenere aperti i punti vendita della cooperazione di consumo a servizio del territorio.»
Mauro Fezzi ha richiamato alla necessità di una grande ristrutturazione del settore, non nascondendo naturalmente la preoccupazione per il momento non facile.
«Con la collaborazione e la massima disponibilità cercheremo di dare il nostro contributo per esplorare tute le possibili ipotesi, sapendo però che non ci sono strumenti straordinari per intervenire. Il movimento cooperativo in questi anni è sempre riuscito a garantire occupazione aumentando gli addetti. Le Casse Rurali hanno fatto supplenza alle altre banche negli anni successivi al 2008, i negozi della cooperazione di consumo hanno sempre mantenuto lo spirito di servizio con i piccoli negozi sul territorio. Ci rendiamo conto però che per continuare a farlo occorre avere i fondamentali a posto, anche se certe scelte sono molto dolorose.»
«La scelta di agire sulla riduzione dell’occupazione arriva sempre come ultima opzione», ha affermato Michele Odorizzi.

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