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Violenza di genere: i numeri, gli strumenti, le storie

Alla Fbk il convegno organizzato dalla Provincia di Trento in vista del 25 novembre

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Stamattina la firma del Protocollo per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere presso il Commissariato del Governo, oggi pomeriggio un convegno a Trento, presso la sede di Fbk in via Santa Croce per dire basta alla violenza sulle donne.
Sono queste le iniziative messe in campo dalla Provincia autonoma di Trento, tramite l'assessorato all’università, ricerca, politiche giovanili, pari opportunità, cooperazione allo sviluppo e l'assessorato alla salute e politiche sociali, per sensibilizzare i cittadini sulla Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, istituita dall'Onu il 25 novembre 1999.
Nel corso del pomeriggio, dopo i saluti dell'autorità, sono stati presentati i numeri della violenza di genere in Trentino (2011-2015), le statistiche di genere e violenza in Italia e gli strumenti e gli interventi attivati sul territorio provinciale, nonché alcune storie di donne uscite da percorsi di violenza.
Durante il convegno anche la presentazione dell'iniziativa, rivolta agli uomini, «Fiocco bianco» per dire no alla violenza contro le donne, con alcuni dei protagonisti della nuova campagna.

«Sono diversi i progetti che vedono la Provincia impegnata in prima fila nella sensibilizzazione, nell'informazione e nel contrasto alla violenza di genere, a partire dalla legge provinciale 6/2010 che ha posto le basi per molteplici iniziative - sono le parole dell'assessora alle pari opportunità -, che si coniugano con la preziosa sinergia nella raccolta di dati e informazioni avviata ormai da alcuni anni dalla Provincia insieme alle forze dell'ordine e che ci ha permesso di dar vita a un sistema di rilevazione e monitoraggio capillare delle denunce. Purtroppo lo sappiamo, la violenza alle donne non è un fenomeno in calo ma si presenta costante negli anni, per di più per una donna su due l'autore è un familiare, quindi una persona di casa, il marito, l'ex-partner. Sono numeri che ci devono far riflettere: dobbiamo concentrarci sulla prevenzione e sull'educazione di genere nelle scuole, per insegnare ai giovani a rapportarsi tra di loro con rispetto.»
 
E se in Trentino il lavorare assieme fra diversi enti e soggetti è una realtà, pensiamo al Comitato per la tutela delle donne vittime di violenza, c'è tuttavia lo spazio per fare anche qualcosa di più, la campagna «Fiocco bianco» per sensibilizzare gli uomini, recentemente approvata dalla Giunta provinciale, si muove in questa direzione.
Prevenzione ma anche tutela con iniziative tangibili per migliorare l'assistenza concreta alla vittime: «Le donne vittime di violenza possono accedere alle prestazioni sanitarie aggiuntive riconosciute dalla Provincia, rispetto a quelle del servizio sanitario nazionale, quali ad esempio quelle odontoiatriche - ricorda l'assessore alla salute e politiche sociali -. Inoltre è prevista per le vittime di violenza l'esenzione dal ticket, nonché la possibilità di usufruire di un anticipo di una quota del risarcimento del danno morale stabilito dall'autorità giudiziaria, grazie a un fondo di solidarietà.»
Durante il convegno sono intervenuti Cristiano Vezzosi, dell'Università degli Studi di Trento - Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale, che ha portato i numeri della violenza di genere in Trentino nel quinquennio 2010-2015, quindi in video-conferenza Linda Laura Sabbatici, dirigente di ricerca Istat, che ha presentato il fenomeno in Italia concentrandosi in particolare sulla violenza assistita, che coinvolge i minori.
Quindi Laura Castegnaro, del Servizio politiche sociali, Lucia Trettel dell'Ufficio per le politiche di pari opportunità e Maurizio Mosca dell'IGE hanno presentato gli strumenti e gli interventi attivi sul territorio.
 

 
 Report: i numeri della violenza di genere in Trentino 
La legge provinciale 6 del 9 marzo 2010, «Interventi per la prevenzione della violenza di genere e per la tutela delle donne che ne sono vittime» ha posto le basi in Trentino per l'attivazione di una molteplicità di iniziative.
Non appena approvata la legge da subito è stato costituito il Comitato per la tutela delle donne vittime di violenza, dal quale si è generata la Rete dei soggetti antiviolenza, grazie a una sinergia tra pubblico e privato che si va consolidando anno dopo anno.
La raccolta di dati e informazioni avviata dal 2012 fra Provincia e Forze dell'Ordine, ha permesso di dar vita ad un sistema di rilevazione e di monitoraggio capillare delle denunce.

Oggi questo sistema consente di ricavare indicazioni affidabili per sapere quali caratteristiche assume in Trentino il fenomeno della violenza di genere, come si evolve nel tempo, quali azioni sono più efficaci per contrastarlo e per dare assistenza alle vittime.
Nel report curato dall'Osservatorio provinciale per la violenza di genere si evince che nel 2015 sono state 597 le denunce in provincia di Trento, sporte da donne per reati ascrivibili ad episodi potenzialmente connessi a violenza di genere, fra denunce presentate a Polizia di Stato e Carabinieri (524) e Polizia Locale e Procura; nel 2014 erano state 608; nel quinquennio 2011-2015 sono state in tutto 2.898, in termini statistici 18 denunce ogni 1.000 donne.
La metà delle denunce raccolte vede come presunto autore un uomo che proviene dall'ambito familiare.
Partner e ex-partner sono infatti i più frequentemente indicati nelle denunce come presunti autori delle violenze (rispettivamente 20% e 21%), seguiti dagli altri famigliari (9,2%).
Non è questa una novità: la relazione affettiva è anche l'ambito in cui si sperimenta il potere e la violenza ne è spesso l'espressione.
L'approvazione di nuove norme ha fatto aumentare la sensibilità e la non tolleranza verso alcuni comportamenti: è aumentato infatti il numero degli ammonimenti d'ufficio, il cui obiettivo è essenzialmente quello di «richiamare» l'autore della violenza e bloccare in questo modo una eventuale recidiva: dai 12 nel 2011 ai 149 nel 2015.

I dati relativi alle denunce offrono anche uno spaccato sulla provenienza di vittime e presunti autori che sono principalmente di nazionalità italiana (73% delle vittime e 76% dei presunti autori).
Infine in Trentino sono nove gli enti che offrono servizi specializzati alle donne vittime di violenza.
Nel 2015 le donne costrette ad abbandonare la propria casa a causa della violenza subita e che sono state accolte in un servizio residenziale sono state 66; altre 37 donne erano già in carico ai servizi, per un totale di 103 donne presenti nelle strutture provinciali, nel 2014 erano 74; è confermato come nella maggioranza dei casi il soggetto maltrattante è l’uomo con cui la vittima ha una relazione stabile, una donna su sei dichiara di aver già vissuto un’esperienza violenta, quasi sempre all'interno della famiglia di origine.
Anche il numero dei minori presenti in struttura con la madre è aumentato: nel 2014 erano 75, nel 2015 93.
Sempre nel 2015 le donne che si sono rivolte ai due servizi non residenziali con richieste di sostegno, orientamento e consulenza psicosociale e legale sono complessivamente 329; di queste 265 si sono rivolte per la prima volta mentre 64 erano già in carico, rispetto agli anni precedenti il numero di donne si mantiene di fatto stabile; i figli delle donne che si sono rivolte ai servizi non residenziali sono complessivamente 457.
Rispetto ai servizi residenziali, si evidenzia un numero maggiore di violenze per stalking.
 

 
 Report: la violenza sulle donne è un reato 
Nel report curato dal Servizio politiche sociali sono indicati gli enti che offrono servizi alle donne vittime di violenza e sono riportate tutte le azioni e gli interventi provinciali a favore delle donne vittime di violenza.
Nel dettaglio:
- Prestazione sanitaria aggiuntiva: qualora l’episodio di violenza causi lesioni tali da rendere necessarie prestazioni sanitarie non ricomprese nei livelli essenziali di assistenza, l’Azienda sanitaria può erogarle direttamente o procedere al rimborso;
- Ticket: la donna vittima di violenza di genere è esente dal ticket di Pronto Soccorso codificato come codice bianco e codice verde;
- Le formichine: è un progetto per l’inserimento nel mondo del lavoro di donne vittime di violenza, fragili o a rischio di emarginazione sociale.
Vi si accede attraverso l’invio dei servizi sociali del Comune di Rovereto o della Comunità della Vallagarina;
- Servizi Sociali territoriali: il percorso di accompagnamento della donna che ha subito violenza è attuato nell’ambito dei servizi sociali dagli assistenti sociali attraverso la presa in carico della donna che può accedere ai servizi stessi direttamente o in via indiretta, nell'ambito delle Comunità di riferimento;
- Servizi Azienda Sanitaria: Pronto Soccorso e Unità Operative di Ginecologia: gli operatori, medici ed infermieri, agiscono principalmente nelle situazioni acute o di emergenza per le conseguenze dirette di atti di maltrattamento o violenza, nelle sedi di Pronto soccorso di Arco, Borgo Valsugana, Cavalese, Cles, Rovereto, Tione di Trento e Trento.
Il numero unico dell'urgenza sanitaria, attivo 24h è il 118;
- Consultorio: una delle mission del Consultorio è l’intervento preventivo del fenomeno della violenza di genere mediante interventi clinici al singolo ed alla coppia, nonché educativi di gruppo agli adolescenti.
Le sedi sono: Borgo Valsugana, Cavalese, Clese, Malè, Mezzolombardo, Pergine Valsugana, Riva del Garda, Rovereto, Tione di Trento, Tonadico e Trento;
- Interventi di politica del lavoro: le donne vittime di violenza, in cerca di occupazione, che si recano presso i Centri per l’Impiego della Provincia di Trento possono contare sull’accoglienza da parte di specifici operatori e possono accedere a tutti i servizi e interventi rivolti alle persone disoccupate iscritte ai Centri per l’Impiego;
- Fondo di solidarietà: si tratta di un intervento economico per l’anticipazione del risarcimento del danno morale riconosciuto alla donna vittima di violenza; è necessario il titolo esecutivo fondato su provvedimento dell’autorità giudiziaria di condanna al risarcimento del danno morale.
Al richiedente viene anticipato quanto dovuto dall’obbligato nella misura del 30%, per un importo massimo di 5.000 euro;
- Fondo «La violenza non è un destino»: offre un aiuto concreto alle donne e ai loro figli, che stanno cercando di uscire da un percorso di violenza; la richiesta va presentata da una delle associazioni della Rete antiviolenza direttamente alla Fondazione Famiglia Materna che gestisce il fondo;
- «Cambiamenti»: percorso antiviolenza per uomini, si tratta di un intervento psicoeducativo specializzato, rivolto agli uomini che hanno agito comportamenti violenti nei confronti delle loro partner o ex partner.
L’obiettivo principale è quello di ridurre la possibilità di una recidiva violenta attraverso percorsi di gruppo nei quali gli uomini hanno la possibilità di riflettere, confrontarsi e liberarsi dei propri comportamenti violenti;
- Servizi antiviolenza del privato sociale: il sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli viene garantito attraverso servizi specializzati, sia residenziali che non residenziali (di sostegno, orientamento e consulenza) gestiti da enti del privato sociale.
Essi sono: Centro Antiviolenza (Associazione coordinamento donne), Casa rifugio, ALFID (Associazione Laica Famiglia in Difficoltà), Fondazione Famiglia Materna, Cooperativa Punto d’Approdo, Casa Accoglienza alla Vita Padre Angelo, Casa Tridentina della Giovane (ACJSIF), ATAS (Associazione Trentina Accoglienza Stranieri), Anffas (progetto Stairway);
- La prevenzione: Educare alla relazione di genere: dal 2011 annualmente vengono proposti alle Istituzioni Scolastici alcuni percorsi e laboratori sulla relazione tra uomini e donne, da svolgersi nelle classi, nei confronti degli insegnanti e nei confronti dei genitori.
I percorsi sono svolti in collaborazione con la Commissione pari opportunità, l'IPRASE e l'Università di Trento.
- Congedo per donne vittime di violenza (INPS): la dipendente ha il diritto di astenersi dal lavoro per motivi connessi al percorso di protezione per un periodo massimo di 3 mesi.
Anche le lavoratrici titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa hanno diritto alla sospensione del rapporto contrattuale per una durata non superiore a tre mesi, si tratta di uno strumento nazionale;
- Ammonimento (Polizia di Stato): l’ammonimento è uno strumento amministrativo, introdotto nel 2009, come provvedimento alternativo alla querela, esclusivamente per i casi di stalking su richiesta della vittima.
Non presuppone la prova certa del fatto, ma solo la sussistenza di «indizi» che rendano verosimile l’avvenuto compimento di atti persecutori e consiste in un richiamo orale del Questore rivolto allo stalker; si tratta di uno strumento nazionale.
 
 Fiocco bianco: uomini contro la violenza alle donne 
La campagna «Fiocco Bianco» è una iniziativa che fa leva sulla sensibilità degli uomini chiamati in prima persona ad impegnarsi contro la violenza alle donne.
Il fiocco bianco è un simbolo: indossato dagli uomini rappresenta un impegno personale a non commettere mai, a non tollerare e a non rimanere in silenzio rispetto alla violenza contro le donne.
La campagna del fiocco bianco nasce in Canada nel 1991, a seguito di un tragico fatto di cronaca: furono gli stessi uomini a riunirsi per prendere le proprie iniziative e a muoversi in maniera attiva contro la violenza sulle donne; dopo solo sei settimane di preparazione, più di centomila uomini in tutto il Canada portarono un nastro bianco, a testimoniare che non volevano più essere complici del silenzio.
Questa campagna è giunta in Italia nel 2006, in occasione della Giornata mondiale contro la violenza alle donne.
Ad oggi centri antiviolenza ed enti pubblici hanno realizzato campagne di immagine, eventi, raccolte fondi e sensibilizzazioni nelle scuole, eventi sportivi, pubblicazione di materiale di sensibilizzazione e formazione.
Anche la Provincia di Trento aderisce alla campagna attraverso lo slogan: «Le mani non sono armi - Uomini, contro la violenza alle donne.»
Primi testimonial della campagna sono: Andrea Castelli, Luca Lechtaler, Michele Odorizzi, Mattia Lever, Alfio Ghezzi, Carmine Abate.

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