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Volano, 24 novembre 2016: Processo alla Libertà

Maurizio Panizza ha portato alla memoria la tragica storia di Italia Spagnolli per affrontare oggi i drammatici problemi di genere che non sono mai stati risolti

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In occasione della «Giornata per eliminare la violenza contro le donne», sono state decine le manifestazioni, le rappresentazioni, le conferenze, le iniziative attivate.
Da una parte è la testimonianza di una comune sensibilità contro un fenomeno che è inaccettabile dalla cultura del mondo occidentale, dall’altra è la necessità di raccogliere la gente per bene attorno ad argomenti che vanno affrontati e stigmatizzati.
Noi siamo andati alla rappresentazione di Maurizio Panizza, autore di una ricerca storica che ha portato alla luce un assassinio di genere accaduto più di un secolo fa proprio in Trentino, nella nostra amata Rovereto. Un femminicidio-suicidio, come si direbbe oggi, che può essere letto sulle nostre pagine a questo link.
 

 
Panizza ha riportato la storia di quella ragazza che fu uccisa da un uomo che diceva di amarla... al punto di ucciderla. Poi ha passato la parola a quattro persone particolarmente titolate per affrontare l’argomento.
Hanno parlato Edith Eccher, francese discendente della famiglia della vittima Italia Spagnolli, Susanna Mandice, rappresentante di «Se non ora quando?», la psicoterapeuta Giuliana Franchini e lo psicologo Giuseppe Maiolo.
Ha condotto il dibattimento Luciana Grillo, scrittrice e apprezzata critica di letteratura femminile.
Edith Eccher ha ricordato come la parità sia nata in Francia con la Rivoluzione Francese, ma che non sono bastati gli oltre due secoli trascorsi per attuare i principi di libertà, uguaglianza e fratellanza che hanno ispirato la Rivoluzione.

Maurizio Panizza.

Sconfortante invece la nota che i reati di violenza contro la donna siano uguali in Francia come in Italia, in barba alla rivoluzione...
Noi aggiungiamo che anche in questo la Rivoluzione Francese ha distaccato la cultura europea dal resto del mondo di almeno quei due secoli. E se tutta l’Europa ha fatto propri quei principi è stato grazie a Napoleone che li ha esportati.
 
Susanna Mandice ha portato dati ineccepibili e statistiche sconfortanti, anche separe la fenomenologia sta evolvendosi con la crescita della cultura. 
Tanti ancora i passi che deve fare la nostra società. Ad esempio, il Trentino Alto Adige è l'unico territorio in cui non è obbligatoria la preferenza di genere nelle votazoini regionali.
Se una donna su tre ha subito qualche tipo di violenza, ha ricordato, un uomo su tre la violenza l’ha praticata. Dunque, nella sola sala della conferenza (era piena: 100 persone, per metà maschi) quasi 20 hanno usato violenza contro una donna.
Per contro c’è da rilevare che proprio la folta presenza di uomini un sala è indice di una notevole sensibilità.
Aggiungiamo che la violenza non viene mai per caso. Al di là del femminicidio-omicidio, argomento della serata che costituisce un fenomeno a sé tutto da studiare, le liti sono sempre esistite. E le liti si fanno in due.
 
Edith Eccher.
 
I coniugi Giuliana Franchini e Giuseppe Maiolo, rispettivamente psicoterapeuta e psicologo, hanno spiegato come la violenza dell’uomo risalga a errori di fondo nell’impostazione genitoriale. L’uomo ha la tendenza di credersi superiore, come se godesse di una rendita di posizione dovuta al genere maschile. Di questo la colpa è dei genitori.
Inoltre - altra colpa dei genitori - le liti in famiglia insegnano ai figli le cattive maniere.
I due psicologi sono più volte risaliti all’infanzia nella ricostruzione dei cattivi comportamenti che avranno da adulti. L’educazione prima e la cultura poi devono essere impostate in modo positivo.
Aggiungiamo che, purtroppo, la violenza la vediamo tutti i giorni, anche sulle pagine del nostro giornale: non c’è solo in casa. I giornalisti dovrebbero darsi una impostazione espressiva meno ridondante, o comunque non tale da enfatizzare delitti che dovrebbero solo essere riferiti lo stretto necessario.
 

Susanna Mandice, Giuliana Franchini e Giuseppe Maiolo. 
 
Una parola a sé la merita Luciana Grillo. Ha condotto la serata con la cognizione di causa che ci si aspettava dalla sua militanza nella questione.
Anche lei attribuisce all’istruzione e alla cultura i ruoli fondamentali per costruire un rapporto di genere più giusto. E ritiene che la Giustizia stia vigilando sempre più attentamente sulla questione.
Inoltre crede nella possibilità che l’uomo possa migliorare sostanzialmente grazie allo stesso apporto delle donne. Il problema va risolto a due e anche lei ha rilevato con piacere la presenza alla conferenza di tanti uomini.
Aggiungiamo due cose. La prima è che quest’ultimo concetto è fondamentale: se le donne fossero state solidali, gli americani avrebbero eletto Hillary Clinton.

Luciana Grillo.

La seconda è che la giustizia non lavora proprio bene. O meglio lavora bene solo in parte. Ricordo che il procuratore della Repubblica di Trento era riuscito a mantenere l’impegno di chiudere le inchieste sulla violenza di genere in un anno. Quello che non funziona è la fase successiva.
Al nostro giornale si sono rivolte più donne che sono state oggetto di violenza, affermando che il giudizio di primo grado ha visto condannare l’ex partner violento, ma che i tempi per i ricorsi siano tali da portare la sentenza alla prescrizione.
Si vedono vanificare così grandi sforzi della società e anche dello stesso Ente Pubblico. Basti pensare alla Provincia autonoma di Trento che ha deliberato di anticipare i danni morali dovuti ad atti di violenza di genere, «da liquidare a fronte di una sentenza passata in giudicato». Quindi, a ben vedere, troppo tardi.

Infine ci sia concessa una osservazione di merito.
Luciana Grillo, Maurizio Panizza e i coniugi Giuliana Franchini e Giuseppe Maiolo sono collaboratori attivi del nostro quotidiano online l’Adigetto.it.
La serata è stata organizzata in piena autonomia dal nostro giornale, ma ci fa ugualmente piacere rilevare come di fronte a certi valori si sia trovata una fattiva comunità di intenti.
A tutti loro va dunque la riconoscenza de l’Adigetto.it
 
G. de Mozzi.

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