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Doccia fredda dalla BCE: «Per l'MPS servono quasi 9 miliardi»

Lo Stato Italiano ha stanziato 20 miliardi per il risanamento delle banche, dei quali i 5 previsti per il Monte dei paschi di Siena sarebbero insufficienti

L’Autorità di Vigilanza europea per il credito, in seno alla BCE, ha inviato una lettera ai vertici del Monte dei Paschi di Siena per informarli che secondo i propri calcoli sono necessari 8,8 miliardi di euro, quasi il doppio dei cinque stanziati dallo Stato italiano per il suo risanamento.
La missiva, che è stata inviata la sera di Natale, è scattata non appena conosciuto il decreto del Governo italiano approvato su autorizzazione del parlamento.
Ovviamente l’informativa ha colto di sorpresa sia il Governo che i vertici dell’MPS, perché la cifra di base era stata individuata in 5 miliardi.
E, anche se il Governo aveva preparato una soluzione alternativa nel caso l’Europa si fosse espressa in tal senso, l’aggiustamento potrebbe creare qualche problema in più, dato che la cifra di 20 miliardi era stata stanziata per salvare tutte le grandi banche italiane in difficoltà.
 
I lettori non devono scandalizzarsi di fronte a tali importi, perché si tratta di «banche di sistema». Non sarebbero a rischio solo i risparmi e i depositi dei clienti, ma l’intero sistema finanziario del Paese.
Qualcosa del genere era accaduto negli Anni Trenta, quando le grandi banche italiane si erano trovare in difficoltà per la Crisi del 29. Le banche, quando l'economia tirava, avevano acquistato ingenti pacchetti azionari delle principali industrie italiane, che andavano dalla produzione di energia alle industrie meccaniche, dalla telefonia alle ferrovie, ecc.
Le banche non potevano quinti avviare procedure di recupero forzoso presso i clienti istituzionali in difficoltà in quanto esse stesse avevano le loro azioni in portafoglio.
I banchieri si erano rivolti a Mussolini per chiedere aiuto. E il Duce aveva allora costituito l’IRI, il quale ha acquistato le banche. Mossa non da poco, perché lo Stato le ha rivendute sane non moti anni fa facendo cassa.
 
Ovviamente la Bundesbank ha soffiato sul fuoco della BCE affinché adottasse il massimo rigore con le banche italiane.
Secondo i tedeschi, lo stato italiano non potrebbe coprire perdite già previste a bilancio. Dovrebbe solo aiutare gli Istituti di credito sani: «I fondi statali sono da considerarsi l’ultima risorsa».
Conoscendo le pesanti difficoltà di alcune banche tedesche, viene da pensare che le mosse della Bundesbank siano fatte su misura della propria situazione interna.
Con questa premessa, la Bundesbank aveva ufficialmente sollecitato la BCE a sottoporre il MPS a un esame attento.
Anche in questo caso dunque l’Europa dimostra una scarsa visione d’insieme e una certa miopia da parte di alcuni stati. Predicare una maggiore severità nel risanamento potrebbe essere indice di serietà, ma la mossa è sostanzialmente volta a far sì che l’Italia provveda da sola a sanare le proprie banche senza aiuti dalla CE.

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