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La Consulta per lo Statuto va avanti d'intesa tra Dorigatti e Rossi

Nonostante la bocciatura al referendum sulla riforma costituzionale, la Provincia autonoma di Trento deve andare avanti verso il Terzo Statuto

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Consiglio e Giunta provinciali lavorano assieme per garantire la progettazione di una possibile riforma dello Statuto regionale di autonomia.
È il senso del protocollo d’intesa concordato dal presidente Bruno Dorigatti e dal presidente Ugo Rossi, ai sensi dell’articolo 2 della legge provinciale 1/2016, che ha istituito la Consulta per lo Statuto speciale.
Al comma 7 si stabilisce che questo organismo di 25 membri – presieduto da Giandomenico Falcon e già al lavoro da settembre – «si avvale del supporto tecnico e organizzativo degli uffici del Consiglio provinciale e della Giunta provinciale, con modalità concordate tra il Presidente del Consiglio provinciale e il Presidente della Provincia, sentito il Presidente della Consulta».
 
Ebbene, questo accordo operativo è stato ora messo nero su bianco e consentirà di affrontare in modo coordinato ed efficiente la decisiva fase della partecipazione popolare alla costruzione del documento finale della Consulta, ossia del vero e proprio «progetto di riforma», da consegnare infine all’assemblea legislativa provinciale e a quella regionale.
Il protocollo concordato da Dorigatti e Rossi prevede che Consiglio e Giunta condividano la messa a disposizione sia dei mezzi tecnici, sia di quelli finanziari, utili alla migliore operatività dell’organismo presieduto dal professor Falcon.
Nonostante la bocciatura al referendum della riforma costituzionale del Titolo V, i due presidenti sono entrambi convinti che permanga la necessità di portare avanti uno sforzo di revisione della carta statutaria del 1948-1972, come contributo strategico al rafforzamento del peculiare assetto istituzionale del Trentino dentro lo Stato italiano.
 
Particolarmente importante sarà il coinvolgimento della cittadinanza nei 6 mesi della fase partecipativa prevista dalla L.p. 1/2016, un’operazione che dovrà consentire di poggiare la riforma su un reale consenso e su un’ampia consapevolezza popolare attorno ai temi fondanti dell’autonomia provinciale e regionale.
Altrettanto strategica viene ritenuta l’unità d’intenti tra Trento e Bolzano, da perseguire attraverso un costruttivo confronto tra le due realtà provinciali.
A progettazione conclusa della riforma, spetterà infine a Consiglio e Giunta provinciali valutare se e quando ci saranno le migliori condizioni complessive per portare il progetto di riforma in sede parlamentare e aprire quindi la procedura costituzionale per la sua approvazione.

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