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Storie di donne, letteratura di genere/ 172 – Di Luciana Grillo

Lauretta Colonnelli, «Cinquanta quadri – I dipinti che tutti conoscono. Davvero?» – I segreti nascosti da ognuna delle opere descritte

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Titolo: Cinquanta quadri. I dipinti che tutti conoscono. 
            Davvero?

 
Autrice: Lauretta Colonnelli
Editore: Edizioni Clichy 2016
 
Pagine: 366 illustrate, rilegato
Prezzo di copertina: € 35

Quasi tutti sanno distinguere la Gioconda di Leonardo da Vinci dalla Primavera del Botticelli, eppure probabilmente non sanno che Leonardo non ha dipinto quel viso tanto noto e tanto sfruttato, anche dalla pubblicità, su una tela, ma su una tavola di legno e che per completarlo ha impiegato ben 10 anni…!
Partendo dunque dal desiderio di informare correttamente quanti si avvicinano con superficialità a un’opera d’arte, Lauretta Colonnelli ha scelto cinquanta capolavori e di essi racconta la storia, descrive i particolari, offre ai lettori anche cenni biografici sugli autori.
 
Purtroppo, fra i 50, ci sono soltanto due pittrici, Tamara De Lempicka e Frida Khalo, mentre proprio le donne sono i soggetti scelti più frequentemente, da Giovanna Cenami Arnolfini che sposa Giovanni Arnolfini a Battista Sforza, immortalata da Piero della Francesca, dalla misteriosa Annunciata di Antonello da Messina alla Madonna Sistina di Raffaello… e così via.
Ogni capitolo del libro è dedicato a un pittore: prima l’autrice racconta la storia del dipinto scelto e riprodotto, poi ne descrive i pur minimi particolari, infine riporta la biografia dell’artista.
 
Nel caso di Banchetto nuziale di Pieter Bruegel il Vecchio, la Colonnelli lascia parlare anche i filologi del gusto che esaminano le pietanze dipinte, discutono «se alla farinata sono stati aggiunti uova e formaggi…», osservano «le minestre bianche e gialle servite nelle ciotole» e spiegano che «il Formentone è un grano molto più grosso di quello, del qual si fa il pane… in Lombardia se ne trova in quantità, del quale si usa far torte…».
Di pagina in pagina, si trovano bellissime riproduzioni di opere e si impara.
 
A proposito dell’olio di Velàsquez, Las Meninas, si legge che è considerato «la obra culminante de la pintura universal», che Luca Giordano definì quest’opera «la teologia della pittura», che «Picasso, anche lui stregato da Las Meninas, nel 1957 la rivisitò cinquantotto volte».
In questa ricca rassegna non potevano mancare la Ragazza con orecchino di perla alla cui fama ha contribuito il romanzo di Tracy Chevalier, né le due Maya, la vestida y la desnuda di Goya, separate dal 1815 al 1901 perché la seconda fu ritenuta oscena, e neanche il Bacio di Hayez che «evocava il famoso bacio di Giulietta e Romeo… e diventò subito il dipinto-simbolo del Risorgimento».
 
Non mi sembra il caso di elencare i tanti dipinti presentati, mi piace pensare che la Colonnelli voglia invitarci a guardare con profondità le riproduzioni di opere anche più recenti, da Touluse Lautrec a Munch, da Manet a Degas, da Van Gogh a Pellizza da Volpedo per concludere con Klimt, Matisse, Rousseau, De Chirico, Magritte, Andy Warhol.
Bellissima ed emozionante questa passeggiata fra volti, paesaggi, danze, scene di guerra, di pace e di amore, nature morte, uomini che volano e barattoli di zuppa di pomodoro!
 
Luciana Grillo – l.grillo@ladigetto.it
(Precedenti recensioni)

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