Operazione «Dragone»: la Polizia di Stato arresta 50 persone
Di queste, 4 sono i cinesi finiti in manette in Trentino. Denunciate in tutto 445 persone e controllate altre 2.750. Sequestrati 29 immobili
La Polizia di Stato ha arrestato 50 persone, delle quali 33 per sfruttamento della prostituzione, 14 per reati contro il patrimonio, 2 in materia di armi e una per reati contro la persona, mentre ha denunciato in stato di libertà 445 soggetti, delle quali 152 per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, 126 per sfruttamento della prostituzione, 16 per reati contro il patrimonio, 3 in materia di armi, 3 per reati contro la persona, 8 per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, 20 per violazione della normativa sull’impiego di lavoratori e 117 per altri reati.
Insomma si tratta di una mega operazione che ha avuto inizio lo scorso 1° marzo e si è conclusa oggi, nel corso della quale sono state controllate 2.750 persone, sono stati sequestrati preventivamente 29 immobili, utilizzati soprattutto per lo sfruttamento della prostituzione principalmente nelle regioni del Nord Italia.
Circa 85 appartamenti sono stati controllati dalla Polizia di Stato, in quanto utilizzati da cittadini cinesi per sfruttare la prostituzione di giovani connazionali.
I controlli hanno interessato anche il gioco d’azzardo.
In questo contesto sono state chiuse 5 bische clandestine, nonché sequestrate alcune slot machine risultate non collegate con i terminali ministeriali e, in alcuni casi, anche clonate.
Durante i controlli ad esercizi commerciali effettuati dalla Polizia di Stato, in sinergia con Uffici di altre Amministrazioni dello Stato, sono stati riscontrati e sanzionati oltre 300 illeciti amministrativi in materia di salute pubblica e permanenza degli stranieri sul territorio.
La vasta operazione, denominata Dragone, ha interessato anche il Trentino.
Come si ricorderà, nei mesi scorsi erano finiti in manette quattro cinesi con l’accusa di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Si tratta di due uomini e due donne, che gestivano due centri massaggi a luci rosse in viale Verona a Trento sud e a Spini di Gardolo.
Sei le squillo sfruttate, per un giro d’affari di 10mila euro al mese.
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