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Amnesty International propone due eventi per i diritti umani

Lo spunto nasce in occasione del centenario della prima guerra mondiale - Rovereto 14 settembre allo SmartLab

Alle ore 17 un incontro e un confronto con il pubblico per riflettere sulle guerre dei giorni nostri e sulle pesanti violazioni dei diritti umani che avvengono a causa di esse.
Il primo intervento sarà a cura di Raffaele Crocco, giornalista Rai, nonché tra i fondatori di Peacereporter e ideatore dell’Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo, un annuario aggiornato e completo dei confitti in atto sul pianeta.
Crocco illustrerà lo stato delle guerre nel mondo e le motivazioni che le scatenano e le alimentano.
Seguirà la testimonianza di John Baptist Onama, ex «bambinosoldato» reclutato a forza durante il conflitto scoppiato in Uganda nel 1980 e ora docente presso l’Università di Padova e l’Istituto Universitario Salesiano di Venezia nel campo della mediazione culturale e dello sviluppo umano sostenibile.
 
Durante la sua infanzia Onama ha vissuto la dolorosa esperienza di bambino-soldato e racconta la sua esperienza, spinto dall’esigenza di dare voce a chi ancora oggi sta subendo violenze di questo tipo.
All’incontro saranno presenti anche gli attivisti del gruppo Amnesty di Trento, che presenteranno casi concreti di violazioni dei diritti umani che avvengono in caso di guerra, in particolare contro la popolazione civile, e illustreranno le azioni che Amnesty sta facendo per contrastarle.
 
Alle 20.30 la parola passa al teatro. Il T.I.M. - Teatro Instabile di Meano mette in scena «Terra di nessuno», tratto dall'omonimo libro di Eraldo Baldini.
Sotto la regia di Sergio Bortolotti, la compagnia di Meano presenta un tema caro al regista fin dagli esordi: quello della guerra, della sua assurdità e dei truci risvolti che essa lascia nell'animo umano.
Volendo ricordare culturalmente i 100 anni dalla Grande Guerra, si è scelto di farlo nella modalità T.I.M., andando a cercare una storia che parlasse di guerra attraverso le persone, sottolineando la fragilità psicologica che essa determinò su quel brulicare di uomini, piccoli puntini neri dentro chilometri di trincee.

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