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Cassa Rurale della Bassa Valsugana: da un secolo banca della comunità

Ieri Isera, oggi la Valsugana: cento anni di vita. Un'occasione diventata festa della comunità, per dare uno sguardo al passato e impostare al meglio il futuro

Per capire cosa significhi oggi essere Cassa Rurale è necessario guardarsi un indietro e accorgersi che, in cent'anni di vit,a è passata la storia di una intera comunità. La «Cassa Rurale Bassa Valsugana», oggi moderna ed efficiente come deve essere una banca, all'inizio del secolo scorso era un piccolo locale in una canonica, dove alla domenica un contabile scelto fra i saggi del paese, tirava a matita le somme dei versamenti, delle spese e dei prestiti. Pochi questi ultimi, perché per chiedere soldi bisogna avere la capacità di restituirli.

Sabato, nella piazza di Grigno, uno dei tre borghi dove fino a pochi anni fa c'erano altrettante «Casse», è andata in scena la rappresentazione di quello che la cassa ha rappresentato per la gente comune. Con modernissimi strumenti multimediali, che hanno messo insieme video, danza e racconto, la società Nitida Immagine di Cles ha rappresentato in maniera molto suggestiva ed emozionante i sentimenti delle persone che hanno animato la vita di quei paesi. Immagini di povertà, di riscatto, timidi tentativi di emergere da una condizione difficile aggravata da guerre e crisi economiche. Con la Cassa Rurale a rappresentare, sempre, un appiglio cui fare affidamento nelle difficoltà.

Domenica la giornata è iniziata nella chiesa parrocchiale di Grigno, con la messa accompagnata dai tre cori parrocchiali di Grigno, Tezze e Ospedaletto che hanno cantato insieme, e l'omelia molto intensa del parroco don Giorgio Garbari che ha spiegato molto bene cosa siano i valori cooperativi per la crescita della persona e la sua realizzazione.

Il traguardo raggiunto dalla Cassa Rurale Bassa Valsugana, ha spiegato durante il pranzo con i soci sotto il grande tendone di Tezze il presidente Silvio Stefani, è «un cammino lungo, talvolta duro e faticoso, ma anche in grado di regalarci risultati che ci spronano ad operare con sempre maggiore impegno a favore delle comunità dove la nostra Cassa è presente».
All'incontro conviviale hanno partecipato molti rappresentanti della cooperazione ed autorità istituzionali. L'onorevole Laura Froner, il presidente del Consiglio provinciale Dario Pallaoro, l'assessore alla cooperazione Franco Panizza, il presidente della Cassa Centrale Banca Franco Senesi e il direttore della Federazione Trentina della Cooperazione Carlo Dellasega.
Senesi ha parlato del ruolo degli organismi centrali e delle alleanze per garantire futuro alle Casse Rurali. Dellasega ha richiamato il valore della cooperazione per la comunità, che si riconosce nelle proprie radici e si proietta nel futuro con concretezza potendo contare su una forte coesione.
Quella della Cassa Rurale Bassa Valsugana è una storia che unisce due esperienze di credito cooperativo, di Grigno e di Tezze, entrambe create nel 1907 e, da qualche anno, confluite sotto lo stesso tetto a seguito della fusione che ha unito le due banche cooperative.
«A Tezze la pietra iniziale venne posta il 2 novembre, a Grigno tre giorni più tardi, il 5 novembre - ha aggiunto Stefani. - Meritevole di essere ricordata anche la nascita della Cassa Rurale di Ospedaletto, il 24 aprile 1924. Da allora è trascorso un secolo. I fondatori furono davvero soci caparbi e volenterosi.»

Tre i fondatori: Romano Paradisi a Grigno, Franz Saverio Pasolli a Tezze e Pietro Osele a Ospedaletto. Non furono soli nel concretizzare la loro idea. Incontrarono la collaborazione di alcuni sacerdoti: don Cirillo Gremes a Tezze, don Luigi Ciola e monsignor Luigi Sartori a Grigno, don Fortunato Andretta a Ospedaletto.
Il primo giorno di operatività fu il 1° gennaio 1908. Il 7 aprile seguì l'iscrizione alla Federazione dei Consorzi di Trento, oggi Federazione Trentina della Cooperazione.
L'istituto di credito cooperativo dimostrò da subito la sua funzione sociale nell'erogare prestiti alle famiglie che avevano bisogno di risorse per evitare di rimanere vittime dello strozzinaggio ma, soprattutto, per consentire loro di risolvere bisogni materiali di primaria necessità.

«Il compito di cui siamo consapevoli e del quale sentiamo la responsabilità - ha concluso Stefani - è quello di far crescere e tramandare alle future generazioni queste istituzioni che i nostri padri, con grandi sacrifici, hanno creato e che tanto bene hanno prodotto nella nostra comunità. Solo così avremo fatto il nostro dovere.»

Per il centenario di fondazione la Cassa Rurale Bassa Valsugana (conta 2.600 soci) ha promosso tre giorni di iniziative: dalla mostra fotografica «Cento anni di storia in Bassa Valsugana» che ha collegato il passato al presente, agli spettacoli di cabaret e musica agli appuntamenti di sport.

(Nella foto: Schelfi e, a sinistra, Morelli)

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