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Lucia Tilde Ingrosso, «Anna Politkovskaja» – Di Daniela Larentis

A Trento, protagonista del «Salotto d’autore» organizzato da Inner Wheel Club di Trento Castello con il romanzo presentato da Luciana Grillo – L’intervista

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Anna Politkovskaja.

Presentato lo scorso dicembre al Grand Hotel Trento l’ultimo libro di Lucia Tilde Ingrosso dal titolo «Anna Politkovskaja - Report per amore» (Morellini Editore, 2022), presentato dalla giornalista Luciana Grillo, titolare per questa testata della seguitissima rubrica «Letteratura di genere».
A fare gli onori di casa, Loredana Bettonte Defant Phf, Presidente di Inner Wheel Club di Trento Castello.
Il romanzo, ispirato alla vita tragica ed eroica di Anna Politkovskaja, giornalista e scrittrice russa con cittadinanza statunitense uccisa a Mosca il 7 ottobre 2006, narra una storia vera.
La storia di una donna che ha sacrificato tutto, la famiglia, il suo matrimonio, pur di fare il suo lavoro di giornalista, pagando a soli 48 anni con la vita la ricerca della verità (il mandante del suo assassinio è tuttora sconosciuto).
 
Nata a New York - i suoi genitori erano diplomatici sovietici di origine ucraina di stanza presso l’ONU, - aveva studiato giornalismo all’Università statale di Mosca, laureandosi nel 1980. Famosi i suoi reportage attraverso i quali raccontava la Seconda guerra in Cecenia, documentando ciò che vedeva, in nome della libertà e della verità.
Era una persona scomoda, emblema del giornalismo indipendente, della lotta per la libertà di opinione.
 
Scrive Lucia Tilde Ingrosso nel capitolo «Anna e l’incontro che le cambia la vita», riportando le parole della stessa Politkovskaja: «La prima volta che entrai in Cecenia ebbi la sensazione di trovarmi in un ripostiglio. Una stanzetta buia in cui nessuno dovrebbe guardare.

«Il saluto che i ceceni si scambiano non è buongiorno o buonasera, ma Ti auguro la libertà. Quella che non hanno mai avuto. I ripostigli non sono stanze autonome, ma servono a qualcosa. Non ci si abita: si va per sfruttarli. Non si ficca il naso nei ripostigli […].»
 
Lucia Tilde Ingrosso, milanese, giornalista professionista, è autrice di oltre venti libri.
Spazia dai gialli (cinque con protagonista l’ispettore Sebastiano Rizzo) ai manuali, dai libri umoristici ai racconti.
Uno dei suoi romanzi più recenti è il thriller «Una sconosciuta» (Baldini + Castoldi).
Spesso scrive in coppia con il marito Giuliano Pavone. Di «Anna Politkovskaja» si è già occupata nel romanzo per ragazzi «Il sogno di Anna» (Feltrinelli).
Abbiamo avuto il piacere di porgerle alcune domande.
 

Luciana Grillo, Loredana Bettonte Defant, Lucia Tilde Ingrosso.
 
Come è nata l’idea di un libro su Anna Politkovskaja?
«L’idea di questo ultimo libro è nata pensando alla collana di romanzi ispirati alle biografie di grandi donne pubblicata da Morellini, diretta da Sara Rattaro e Anna di Cagno, dal titolo Femminile singolare. Io mi ero già occupata di questa giornalista con il romanzo per ragazzi Il sogno di Anna.
«In questo caso mi sono concentrata sulla donna, sugli aspetti personali della vita di Anna Politkovskaja.
«Ho voluto raccontare ai lettori e alle lettrici come una madre di famiglia e una futura nonna riusciva a far convivere la dimensione personale con quella lavorativa, fra il resto così pericolosa.»
 
Su quali aspetti ha focalizzato maggiormente l’attenzione?
«Ho focalizzato l’attenzione sul suo essere giornalista per amore, come recita il sottotitolo. Lei è arrivata a sacrificare la sua vita non tanto per onori, gloria, soldi, che non ha peraltro avuto, ma per essere d’aiuto alle persone.
«A un certo punto è diventata un importante riferimento per la popolazione cecena, tanto che, quando ci fu il sequestro al teatro Dubrovka di Mosca nel 2002, i guerriglieri ceceni chiesero lei come negoziatrice.
«Questo ci dimostra come era vicina alla loro causa. Lei dovette tornare dagli Stati Uniti per cercare di mediare, poi non fu possibile perché l’esercito russo intervenne.»
 
Dal punto di vista metodologico come ha condotto lo studio delle fonti?
«In maniera molto rigorosa. Naturalmente ho letto tutto quello che lei aveva scritto, quello che era stato scritto su di lei.
«Ho rintracciato delle persone che l’hanno conosciuta, come la giornalista Stella Pende, come il suo traduttore Nicola Nobili, come, soprattutto, Nadezda Azhgikhina, una sua carissima amica.»
 
Anna Politkovskaja era molto attiva sul fronte dei diritti umani, famosi i suoi reportage sulla Seconda guerra cecena. Cosa la spingeva a partire?
«L’amore per la verità. Lei andava in Cecenia come inviata di guerra, in realtà lei sottolineava di non essere un’inviata di guerra ma di essere una civile.
«Diceva che il suo giornale la mandava in Cecenia per capire che cosa stava succedendo, proprio perché potesse vederlo con i suoi occhi. Si metteva sullo stesso piano delle persone, quando c’era un bombardamento o un rastrellamento lei rischiava con gli altri.
«Era ospitata dai contadini, dalle persone comuni, lei rischiava la sua vita per raccontare quello che vedeva. E quello che vedeva erano delle crudeltà, violenze gratuite su vecchi e bambini, stupri e torture.»
 
Che cosa non le è stato perdonato?
«Forse non le è stato perdonato di essere una donna. La critica dà fastidio al potere ma in quel contesto le donne dovevano comunque sempre stare un passo indietro. L’essere donna secondo me è stato un aggravante.»
 
Sedici anni fa ha pagato con la vita la ricerca della verità, diventando emblema del giornalismo indipendente. Può condividere un pensiero a riguardo?
«Quando Anna Politkovskaja lavorava nei primi anni 2000, i media indipendenti in Russia erano una minoranza. Quando è scoppiata la guerra contro l’Ucraina erano solo il 13%, adesso sono azzerati.»
 
Che eredità ha lasciato Anna Politkovskaja?
«Il fatto che oggi siamo qui a parlarne, il fatto che sua figlia Vera pubblicherà un libro su di lei e che i riflettori sono ancora accesi sulla sua storia. Tanti altri giornalisti sono morti per la libertà prima di lei, dopo di lei ne moriranno ancora.
«Ma noi ci ricorderemo di lei proprio perché aveva una grande umanità, quello che ha fatto lo ha fatto prima da madre, da figlia e poi da giornalista.»
 
Progetti editoriali futuri?
«Ho firmato diversi contratti, mettendo a frutto il lavoro di tanti anni. Uscirà una saga familiare in primavera, un nuovo libro della collana Femminile singolare dedicato a Marisa Bellisario, la manager degli anni ’80; pubblicherò un racconto in un’antologia di gialli al femminile, inoltre è di prossima uscita l’audiolibro di Anna Politkovskaja - Report per amore, sono andata allo studio di registrazione a conoscere l’attore che presterà la voce, Alessandro Zurla, è stato molto emozionante ascoltarlo.»

Daniela Larentis – d.larentis@ladigetto.it

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