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«Associazione Castelli del Trentino» – Di Daniela Larentis

Il libro «Un ebreo al servizio del Reich» di Jacob Ingerman, a cura di Alessandro Tonina, verrà presentato venerdì 12 maggio a Mezzolombardo – L’intervista

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Alessandro Tonina.

A Mezzolombardo, presso Sala Spaur, Piazza delle Erbe, venerdì 12 maggio 2023, alle ore 20.30, avrà luogo la presentazione di un avvincente libro dal titolo «Un ebreo al servizio del Reich» di Jacob Ingerman (ViTrenD 2023), a cura di Alessandro Tonina.
Si tratta di un racconto autobiografico, una storia realmente accaduta, di fede negli ideali, di riscatto, ambientata nell’Europa della Seconda guerra mondiale.
L’evento è organizzato dall’Associazione Castelli del Trentino, attiva nell’ambito culturale provinciale da oltre trent’anni.
Interverranno: Alessandro Tonina, traduttore e curatore del volume; Mauro Marcantoni, storico e autore della postfazione; Michelangelo Marini, «anello di congiunzione» con Jacob Ingerman. Sarà presente il sindaco di Mezzolombardo Christian Girardi. Moderatore dell’evento Diego Andreatta, direttore di Vita Trentina.
 
La straordinaria storia del giovane Jacob, ebreo ucraino, insegnante, poi soldato dell’Armata Rossa, infine agente infiltrato nelle file tedesche, prende il via nel giugno 1941 con l’invasione dell’Unione Sovietica da parte della Wehrmacht.
Nella postfazione, Mauro Marcantoni mette in luce alcuni interessanti aspetti che invitano a una profonda riflessione:
«Mentre nel cuore dell’Europa tornano a infuriare gli stridori di battaglie cruente, di nuove stragi, di sirene lancinanti e altri disastri, viene da chiedersi se tutto ciò a cui assistiamo attraverso la televisione e Internet sia la fedele rappresentazione di una crudele tragedia o non ne sia anche la terribile - e cinica - spettacolarizzazione.
«Qualunque sia la risposta, resta la realtà con i suoi lutti, le sue sofferenze, l’idea che le vicende passate nulla abbiano insegnato, che nulla sia rimasto a monito di quanto orrore, sempre, strazia e cova sotto ogni conflitto.
«E resta comunque la necessità di documentare, di rappresentare con la dovuta forza e voglia di verità cosa significhi, nella viva carne delle vicende umane, essere dentro l’inferno della guerra, dentro i suoi drammi. […]».
 
Osserva più avanti: «. Il fatto è che, in ogni tempo, ci si rende conto che una guerra non va soltanto combattuta: va anche raccontata. E il racconto diviene spesso parte della guerra stessa, distribuendo ragioni e torti.
«Ma nel contempo apre anche squarci di luce su storie minime, dà voce a personaggi altrimenti dimenticati, pone in evidenza quel «fondale» fatto delle azioni dei singoli, di migliaia di uomini che la Storia con la S maiuscola riversa sui campi di battaglia, quasi sempre loro malgrado.
«Senza quel fondale non avremmo percezione dell’intensità, della tragicità e perfino dell’insensatezza grottesca di una guerra.»
 
«La «bellezza – sottolinea Marcantoni in un altro passo della postfazione – altro non è che una particolare intensità emotiva che solo gli eventi estremi sanno suscitare.
«Una tensione che ci tocca dentro e ci parla un linguaggio universale: il segreto del successo mondiale di un capolavoro assoluto come Moby Dick di Melville sta esattamente in quella tensione.
«La guerra è sempre una lotta, corpo a corpo, non tanto contro un nemico, ma contro ciò che in quel nemico vediamo riflesso di noi stessi. Tutti questi ingredienti compongono il libro che avete fra le mani e che, presumibilmente avete appena finito di leggere.
«Se dopo le ultime righe della storia di Jacob l’interprete, Jacob l’infiltrato, Jacob l’ebreo vi sentite stringere il cuore e afferrare da un senso quasi di vertigine per l’ampiezza spericolata – è il caso di dirlo – di una vicenda personale certamente unica nel suo genere, così intrecciata con la storia del Novecento e con i destini di altri milioni di uomini, di soldati schierati su fronti opposti, sappiate che la vostra è una reazione del tutto normale e perfino necessaria. Libri come questo rovistano nella nostra anima […].».
 
Alcune brevi note biografiche prima di passare all’intervista.
Il curatore del volume, il dott. Alessandro Tonina, lavora abitualmente nell’ambito fiscale-amministrativo ed è un personaggio noto. Appassionato di storia, in maniera casuale si è imbattuto nella vicenda di Ingerman (nella foto qui sopra) ne è rimasto affascinato fin da subito; ha quindi tradotto la versione inglese di questo racconto autobiografico, verificandone i contenuti, le corrispondenze storiche e geografiche.
Abbiamo avuto il piacere di porgergli alcune domande.
 
Partiamo dalla presentazione del libro: quando e dove avrà luogo?
«Avrà luogo venerdì 12 maggio 2023, alle ore 20.30, a Mezzolombardo, presso Sala Spaur, Piazza delle Erbe.»
 
Come è nata l’idea di questo volume?
«Mi sono imbattuto in questa storia in maniera causale, una parte del racconto si svolge a Mezzolombardo. Tramite una traccia sono riuscito a risalire all’intera vicenda.»
 
Lei ha tradotto l’intero testo, ma non si è limitato solo a questo, svolgendo ricerche sul campo: dal punto di vista metodologico come ha condotto lo studio delle fonti?
«Ho cercato per mio diletto di capire i contesti storici, inquadrando la situazione di quei luoghi oggi tristemente noti, come Mariupol' ecc., in cui si svolsero parte delle vicende narrate.
«La personale vicinanza di Jacob alla famiglia Marini, che ho avuto modo di conoscere, mi ha indotto a non limitarmi a una mera traduzione.
«Sono andato a verificare tutta una serie di informazioni contenute nel libro, gli spostamenti, la compagnia militare, nomi di persone citate e così via.»
 
La vicenda personale del protagonista si intreccia con la storia collettiva. Potrebbe darci qualche anticipazione?
«Quella narrata è un’avventura vissuta in un tempo terribile, che unisce il lato personale e umano agli eventi storici che hanno sconvolto l’Europa. È una vicenda che si svolge partendo dall’Ucraina, si sposta in Russia, poi in Germania e da qui in Italia, a Mezzolombardo. Jacob è un professore di matematica quando l’Unione Sovietica viene invasa dalle truppe tedesche.
«Lui ha 19 anni, senza nessun preavviso si trova coinvolto in una guerra. Viene così arruolato nell’Armata Rossa e mandato al fronte per operazioni di spionaggio che lo portano ad attraversare campi di battaglia fino ad arrivare in Italia.
«Lui nel libro non descrive solo il dramma della guerra, ma racconta anche la storia di molti uomini conosciuti, rivelando il loro volto umano, il loro coraggio.»
 
È una storia di riscatto…
«Come si legge nel titolo, il protagonista della storia è un ebreo. Sappiamo il trattamento che è stato riservato alla popolazione ebraica nel Novecento.
«In questo racconto, un ebreo combatte il nemico attivamente. È una storia di fede negli ideali, una storia di riscatto.»
 
Parte del racconto, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, si svolge a Mezzolombardo…
«Lui arriva in Italia, ne ha una buona impressione. Parte della vicenda si consuma a Mezzolombardo, nel libro si parla anche di Trento, ciò fa sentire il protagonista più vicino a noi, alla nostra storia. Qui si trova bene, peraltro si innamora, ma non vorrei svelare troppo…»
 
Ha in serbo qualche altra avvincente storia da raccontare? Progetti editoriali futuri?
«Non lo escludo. Ci sarebbe una vicenda legata alla mia famiglia che meriterebbe di essere indagata, ho del materiale su cui poter lavorare, tuttavia non ho ancora avuto il tempo di esaminarlo. Vedremo…»

Daniela Larentis – d.larentis@ladigetto.it


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