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Mostra bibliografica «Un saluto dal Bondone» – Di D. Larentis

A Trento, esposte al CentrA immagini suggestive tra capanne di fienagioni, Giri d’Italia e incursione dell’Orso – Intervista al curatore Antonio Decarli

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Dettaglio della locandina Monte Bondone. A pié di pagina l'intero.

Il CentrA (Galleria d'Arte e Centro Studi e Documentazione Arte Moderna e Contemporanea) ospita a Trento, nel proprio spazio di via II Androna di Borgo Nuovo, 3, un’interessante mostra bibliografica dal titolo «Un saluto dal Bondone», a cura di Antonio Decarli.
Rimarrà aperta al pubblico fino al 24 febbraio 2024 nel seguente orario: 10.00-12.00 16.00-18.00.
Lungo il percorso espositivo sono esposti giornali, riviste, cartoline, dépliant e foto d'epoca riguardanti le principali vicende del Bondone da quando, nei primi anni del Novecento, era ancora prevalentemente luogo di alpeggi e raccolta del fieno per gli abitanti dei paesi limitrofi.
 
Spiega il curatore Antonio Decarli, in un passo del suo intervento critico: «Era il primo settembre 1924, racconta Antonio Pranzelores nella sua Guida di Trento e il Bondone colla funivia di Sardagna-monte Corno (ora rist. anast. Curcu & Genovese Ass., 2017) quando ebbero inizio i lavori della Funivia Trento-Sardagna, inaugurata l'anno successivo e ridefinita, nel 1926, Funivia Trento-Sardagna-Monte Corno, con l'obbiettivo di andare da Trento a Monte Corno, come in un sogno, con 25 minuti di splendido viaggio aereo; lassù sarebbe poi nata una Trento Alta, una città dedicata alle bellezze naturali ed ai sani piaceri che ristorano dalle fatiche.

Già allora si era intuito che, probabilmente, il vero problema del Bondone era ed è tuttora la mancanza di un vero centro abitato. È trascorso quasi un secolo nel quale, tra alti e bassi, il rapporto dei cittadini di Trento con la loro montagna non è mai venuto meno ed ora, in attesa di sviluppi recentemente annunciati, è possibile ripassare un po' di storia visitando questa piccola esposizione bibliografica.»
Curiosi di saperne di più gli abbiamo rivolto alcune domande.
 

 
Quando è nata l’idea della mostra «Un saluto dal Bondone»?
«Da anni raccolgo materiale bibliografico riguardante la storia del Trentino e, dunque, anche relativo al Bondone; l'idea della mostra è del 2023.»
 
Come è stato pensato il percorso espositivo?
«Il percorso espositivo si sviluppa avendo come filo conduttore, in particolare, la tematica turistica.
«Partendo da un numero de Il Trentino Illustrato del 1905 e da alcune cartoline delle caserme austro-ungariche delle Viote, il racconto, focalizzato in particolare sugli sviluppi turistici della montagna tra gli anni Trenta e Settanta del secolo scorso, si dipana attraverso immagini e documenti riguardanti i rifugi della Sat e della Sosat, gli alberghi e lo sci con lo slittone del Graffer, la chiesetta di Vaneze di Ettore Sottsass senior con l'affresco di Luigi Bonazza, le colonie di Candriai, il giardino botanico alpino e ancora la Trento-Bondone, i grandi alpinisti Tenzing Norgay e Achille Compagnoni, il Trofeo Topolino promosso da Rolly Marchi.»
 

 
Fino a quando sarà visitabile?
«Sarà visitabile fino al 24 febbraio 2024.»
 
Fra le testimonianze bibliografiche in mostra può citarne qualcuna fra le più significative?
«Tra le testimonianze bibliografiche più significative in mostra spiccano La Tribuna Illustrata del 1928 (nella foto seguente), con in copertina un disegno di Vittorio Pisani raffigurante l'incursione di un orso bruno a Vaneze; i numeri della Gazzetta dello Sport e di Le Miroir des Sports, che celebrano l'impresa di Charly Gaul nella tappa del Giro d'Italia dell'8 giugno 1956; il bel depliant con il Bepo del Bondone, uno dei personaggi ideati da Giuseppe Sebesta per illustrare il libro del 1962 Le dita di fuoco.
«Sempre suggestive sono, infine, le fotografie e i fotomontaggi dei fratelli Pedrotti.»
 

 
È esposta anche una fotografia del 1926 raffigurante il capanno per la fienagione. Cosa ci racconta questa immagine emblematica?
«È un'immagine emblematica di un Trentino magari meno ricco, ma anche meno volgare.»
 
I cittadini di Trento sono molto legati alla loro montagna. Quali potrebbero essere le potenzialità del progetto riguardante il collegamento funiviario Trento-Monte Bondone?
«Ho la tendenza, per indole, ad essere più proiettato sul passato che sul futuro, quindi non saprei cosa risponderle, anche, onestamente, per mancanza di conoscenza specifica ed interesse sull'argomento; magari, mi sentirei di dirle solo una cosa: se non si è riusciti a trovare una soluzione definitiva quando in Trentino c'erano personaggi veramente solidi dal punto di vista intellettuale, figurarsi oggi. Purtroppo, da anni il Trentino soffre di una sindrome terribile, una sorta di megalomania parafuturista da riscatto sociale, molto provinciale, che lo porta, per risolvere i problemi, a concepire troppo spesso progetti faraonici, con scarsi contenuti, i cui esiti, dopo un'euforia iniziale, finiscono per gravare sull'ente pubblico.»

Daniela Larentis – d.larentis@ladigetto.it


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