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Nomine nei Consigli di Amministrazione, le polemiche di sempre

Pattini: «Dite che vi sono antipatico, ma per favore non chiedete chi è costui per candidare al CdA del Mart»

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Sulle nomine nei consigli di amministrazione c’è sempre stata polemica, anzitutto perché una nomina crea un ingrato e cento invidiosi, ma sostanzialmente perché i politici un tempo privilegiavano gli ex politici.
Poi, forse per smorzare i toni, i politici hanno cominciato a inserire anche i giornalisti nei CdA. Non tanto perché sono più bravi, ma perché in quel modo i giornali non si sarebbero scandalizzati delle nomine in genere.
Sicché arriviamo ai giorni nostri, dove ci troviamo di fronte a una Pubblica Amministrazione che preferisce privilegiare gli imprenditori. E, va da sé, i giornalisti.
Bah, non tutti i giornalisti, dato che abbiamo sotto mano un esempio che vale la pena essere citato.
Ci riferiamo al «nostro» Alberto Pattini. Il quale per la verità è stato sia politico che giornalista, ma è pur sempre anche quel personaggio che ha scritto decine e decine di saggi, opuscoli, trattati, monografie e quant’altro su arte, storia e costume.
Ultimamente si è dedicato molto al nostro giornale, troppo forse, dato che ha pubblicato più di due articoli al giorno, finché… finché un dolore al gomito non gli ha imposto di agitarsi meno sulla tastiera.
 
Beh, Alberto Pattini si era candidato al CdA del Mart e del Museo di San Michele. Perché?
Al Mart perché è un uomo di cultura, uno dei massimi conoscitori di Eugenio Prati e di Bartolomeo Bezzi, dei quali ha scritto più di qualsiasi altro e ha curato una decina di mostre, compresa una al Mart di cui è stato curatore nel 2010 assieme alla ex direttrice Gabriella Belli e Alassandra Tiddia.
Il Museo di San Michele perché è anche uno studioso delle tradizioni trentine, autore di importanti monografie sui costumi popolari dell'ottocento, sulla storia delle invasioni francesi, sulla sofferenza dei Trentini durante la Grande Guerra.
Ma Pattini forse ha un difetto: è un ex politico. Ma non uno di quelli che vanno salvati, essendosene andato per motivi personali. Il che dovrebbe suonare a suo favore, data la provata indipendenza dal potere, ma essendo uomini di mondo comprendiamo come la meritocrazia sia tuttora poco considerata nelle valutazioni.
Questo è il potere, che va un po’ più in là di un Cencelli: non è aritmetica ma «così è se vi pare».
 
Detto da noi che lo abbiamo come opinionista senza confini, dobbiamo rallegrarci che non lo vogliano in qualche CdA, perché avrebbe dovuto dimettersi dall’Adigetto.it.
Questa è una prassi che non seguono altri colleghi giornalisti, ma logica vorrebbe che un amministratore non possa anche scrivere di se stesso.
Quindi Pattini potrà continuare a esprimersi scrivendo acuti editoriali. Almeno, così si legge dai giornali diversi da noi, perché ovviamente le notizie che ti riguardano arrivano sempre di sponda, come a biliardo.
In un giornale locale di domenica scorsa abbiamo trovato l’intervento di un collega che derideva in sostanza l’autocandidatura di Pattini al MART e/o al San Michele.
Libertà di opinione, per carità. La stessa libertà di opinione che spetta a noi nel rilevare stupiti come, secondo il collega, Pattini non vada bene mentre invece Maria Concetta Mattei sarebbe l’ideale per il MART.
Siamo amici della Mattei e siamo certi che farà bene il suo lavoro se verrà nominata nel CdA. Ma ci perdonerà se non ci pare proponibile l’accostamento della sua persona con l’uomo di cultura che è Alberto Pattini.
 
Il quale Pattini, stupito, ha telefonato al collega autore del pezzo per chiedergli se si fosse preso la briga di approfondire il suo curriculum.
E cosa gli è stato risposto? Che non era a conoscenza di buona parte del suo curriculum…
Pazienza. Ma adesso che lo conosce?
Beh, sarebbe stato l’uomo giusto, se solo avesse avuto una certa esperienza di menagement… Come farmacista non è in grado di gestire tutti quei soldi…
Eh. Già. Il titolare di alcune aziende è meno manager di una giornalista della Rai.
Ripetiamo che non vogliamo fare paragoni, che suonano sempre irriverenti, ma cerchiamo almeno di non denigrare inutilmente le persone solo per favorirne altre.
In settimana prossima il presidente Rossi e la Giunta provinciale decideranno le nomine. Ovviamente ne seguiranno le polemiche di sempre, ma perlomeno si metterà fine a questo gioco al massacro, dal quale speravamo di restarne fuori.
 
G. de Mozzi 
 
Nelle foto, alcuni momenti dell’attività culturale di Alberto Pattini in veste di curatore di mostre.
In una illustra nei dettagli i contenuti di una mostra, nell’altra descrive i dipinti al Ministro Rosy Bindi insieme al proprietario di Castel Trapp, Walter Daldoss.
Pattini non voleva dover dimostrare proprio niente, siamo noi che abbiamo voluto ancora una volta onorare la verità dopo che l’abbiamo sentito mormorare: «Dite che vi sono antipatico, ma per favore non chiedete chi è costui per candidare al CdA del Mart…».
 

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