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Dante in salsa trentina – Di Daniele Bebber

Conferenza sul Monumento al sommo poeta organizzata dalla Società Dante Alighieri

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Monumento a Dante, Trento - Particolare.

Lo scorso 16 dicembre 2014, la «Società Dante Alighieri-Sezione di Trento», presieduta dalla scrittrice Anna Maria Ercilli, ha organizzato una conferenza dedicata al monumento di Dante Alighieri (sito ai giardini di piazza Dante).
L’opera è costituita da una base in granito e varie sculture bronzee, raffiguranti alcuni personaggi e momenti narrati nella Divina Commedia.
Alla conferenza hanno partecipato vari membri dell’associazione.
Per l’occasione il prof. Massimo Parolini, nell’ora e mezzo di incontro, ha illustrato quest’opera con dovizia di particolari, narrando la storia del monumento e ciò che questo rappresenta e raffigura.
All’evento hanno partecipato alcuni studenti del liceo artistico Vittoria di Trento.
Irene Caldana, Lucia Russo e il sottoscritto, sono i nomi degli studenti che, oltre a partecipare, hanno offerto il loro contributo e la loro disponibilità, recitando alcuni passi della Divina Commedia, relativi a personaggi dell'opera dantesca raffigurati sul monumento. 
 
Questi interventi sono avvenuti tra una spiegazione e l’altra in momenti precisi, per rendere maggiormente interessante il viaggio alla scoperta del monumento dedicato al sommo poeta.
Un percorso che parte dall’ideazione e dall’intenzione fortemente voluta dal comune e dal popolo ottocentesco del nostro territorio, fino ad arrivare alla sua inaugurazione (l'11 ottobre 1896).
Questa storia ha preso forma passando tramite tutti gli aneddoti e gli eventi spiegati dal prof. Parolini e allietati dalla lettura dei passi salienti di alcuni canti, raffigurati alla base del monumento, oltreché della poesia «Sopra il monumento di Dante a Trento» composto da Giosuè Carducci per l'occasione e inserito nella raccolta Rime e ritmi.
Il tutto è stato fatto allo scopo di dare un tocco frizzante ad un argomento così culturalmente importante della nostra storia.
È servito per avvicinare le nuove generazioni ed affascinarle.
Un lungo percorso, narrato molto dettagliatamente e in breve tempo, che ha permesso di focalizzare e visionare eventi e personaggi che nella storia hanno permesso ai nostri giorni, di poter ammirare quest’opera pubblica.
 
Ma raccontiamo, in sintesi, la storia e gli aspetti salienti del monumento inaugurato l’11 ottobre del 1896. L’opera venne realizzata dallo scultore fiorentino Cesare Zocchi.
All’avvocato Guglielmo Ranzi, al tempo consigliere comunale di Trento, venne l’idea nel 1886 di erigere un monumento dedicato al sommo poeta all’ interno della piazza con il nome medesimo, destinata da Antonio Tambosi a giardino pubblico.
Il progetto venne interrotto e ripreso nel dicembre del 1889.
A tal proposito andò a formarsi un comitato composto da 48 membri e presieduto dall’ avvocato Carlo Dordi (si trattava di realizzare una cospicua raccolta fondi e di indire un concorso pubblico per la realizzazione di un progetto di monumento).
Oltre al comune di Trento tra i primi a finanziare l’opera sarà don Giuseppe Grazioli, donando i soldi destinati al comune di Trento per l’isolamento del Duomo.
Il totale della somma raccolta fu il risultato oltre che dei locali anche dei residenti altrove e assoggettati all’ Austria.
Una volta trovati i fondi e gli spazi, il comitato bandì un concorso per progettare l’opera, con tema «Dante, considerato quale genio tutelare della lingua e della civiltà italiana nel Trentino».
Su 42 progetti presentati i giudici ne scelsero tre. Giuseppe Grandi di Milano, Ettore Ximenes di Palermo e Cesare Zocchi di Firenze (i nomi degli autori dei tre lavori presentati).
 
La commissione disse loro di modificare i loro progetti e ripresentarli entro marzo 1892.
Come premio di consolazione vennero assegnati dei premi in denaro anche a quattro artisti non ammessi (Andrea Malfatti di Mori, Emilio Marsili di Venezia, Paolo Troubetzkoj e Luigi Conconi di Milano).
Al secondo round del concorso vinse a sorpresa Cesare Zocchi seguito da varie polemiche, soprattutto da parte di artisti trentini (Andrea Malfatti e Bartolomeo Bezzi: il primo era in gara, il secondo in giuria).
Guglielmo Ranzi scrisse una lettera a Giuseppe Verdi, nel novembre del 1893, supplicandolo di scrivere dei versi per l’occasione: il maestro della lirica italiana rispose con uno spiacente rifiuto, dovuto alla sua veneranda età, lasciando così il posto al poeta Giosuè Carducci (che, come accennato prima, ricorderà il monumento scrivendo una poesia in terzine dantesche).
Nel corso dell’inaugurazione Ranzi declamò un patriottico discorso, degno di essere riportato, come disse il Carducci, sui libri di testo delle scuole italiane.
 
Daniele Bebber 

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