La pubblicazione della notizia è stata oggetto di embargo fino ad oggi per dare giusta precedenza al prestigioso mensile Nature Genetics
Dopo la decodifica del genoma della
vite, la Fondazione Edmund Mach-Istituto Agrario di San Michele
all'Adige consegue un altro importante risultato.
I ricercatori del Centro ricerca e innovazione presentano oggi
l'intera sequenza del genoma del melo, per l'esattezza della
varietà Golden Delicious.
I risultati del progetto, durato due anni e finanziato dalla
Provincia autonoma di Trento, sono riportati in un articolo
scientifico firmato da 85 autori pubblicato on-line, oggi, alle ore
19 (ore 13 New York) su Nature Genetics, prestigiosa
rivista scientifica che all'importante risultato di portata
mondiale dedicherà anche la copertina della versione cartacea di
ottobre.
Il nostro giornale aveva anticipato la notizia quasi tre anni fa,
in occasione di un'intervista rilasciata dal dott. Roberto Viola
dell'Istituto S. Michele (vedi
intervista).
Non abbiamo potuto pubblicarla ufficialmente in quanto era stata
ceduta in esclusiva alla rivista Nature Genetics e quindi
sottoposta a embargo. La decisione era stata presa dopo la
maldestra diffusione della notizia della decodifica del genoma
della vite, per cui qualcuno che non aveva decodificato nulla si
era appropriato della paternità, almeno mediaticamente.
Da quando abbiamo pubblicato quell'intervista ad oggi, sono
arrivate decine di email da persone che volevano sapere se era
stato isolato il genoma del melo.
Non avevamo più volte sentito il dott. Viola per comunicargli il
senso delle aspettative sollevate, il quale ci aveva risposto
appunto che la notizia era soggetta a embargo.
L'articolo sarà presentato ufficialmente domani in conferenza
stampa, al Palazzo della Provincia di Trento, alle ore 16.
Interverranno il presidente della Provincia autonoma di Trento,
Lorenzo Dellai, il presidente della Fondazione Mach, Francesco
Salamini, il vicepresidente Gabriele Calliari, il direttore
generale, Alessandro Dini, il responsabile del Centro ricerca e
innovazione, Roberto Viola, il coordinatore del progetto, Riccardo
Velasco, e il presidente di APOT, Ennio Magnani.
CHEDA SUL GENOMA DEL MELO
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Il progetto
Nel corso del 2007 e 2008 sono state prodotte le sequenze del DNA
di melo (circa 13 miliardi di nucleotidi sequenziati) e nel 2009 i
ricercatori hanno effettuato l'assemblaggio e la ricostruzione del
contenuto ordinato dei geni dei 17 cromosomi del melo.
Le sequenze coprono 17 volte il genoma del melo con oltre l'82% del
genoma assemblato nei cromosomi ed oltre il 92% dei geni ancorati
ad una precisa posizione dei cromosomi. Le sequenze del DNA saranno
disponibili da lunedì 30 agosto sulle banche dati internazionali,
liberamente consultabili da parte della comunità scientifica.
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Le collaborazioni
Il progetto coordinato dal Centro Ricerca e Innovazione di San
Michele è stato realizzato in collaborazione con altre istituzioni
internazionali: Myriad Genetics inc., Salt Lake City, Utah (USA),
454/Roche, Branford, Connecticut (USA), Amplicon Express, Pullman,
Washington (USA), Washington State University, Pulllman, Washington
(USA), University of Washington, Seattle, Washington (USA), INRA
Anger (Francia), Plant and Food Research (New Zealand), Università
di Gent, Gent, (Belgio), Parco Tecnologico Padano, Lodi (Italia),
Università di Padova e Milano (Italia).
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Le scoperte Il
sequenziamento del genoma del melo ha consentito di fare nuove
scoperte e aumentare il grado di conoscenza sulla pianta del melo e
sulla sua storia. In particolare:
- Il melo coltivato è stato addomesticato 3-4000 anni fa a partire
da un progenitore selvatico recente, Malus sieversii, specie ancora
diffusa nei boschi tra il Kazakistan e la Cina;
-il genoma del melo ha subito una duplicazione databile a circa 50
milioni di anni fa, che ha portato i suoi cromosomi dai 9
dell'antico progenitore americano ai 17 attuali;
-il numero dei geni, 57 mila, è il più elevato riportato per i
genomi di piante finora considerate. Tra questi geni la
pubblicazione individua il completo assetto dei 992 geni
responsabili della resistenza alle malattie: un arsenale
potenzialmente molto utile al miglioramento genetico;
- è disponibile un elenco di tre milioni di posizioni del genoma
(marcatori molecolari) utilizzabili come riferimento per orientarsi
nel genoma e scoprire le funzioni dei suoi geni;
- sono state identificate alcune famiglie di geni correlabili con
lo sviluppo del pomo, nome botanico del frutto del melo e dei suoi
parenti stretti (ad es. pero, cotogno, sorbo).
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Le ricadute
Il risultato è di portata mondiale. Si potranno ottenere in tempi
rapidi nuove varietà di melo, accelerando i tempi del miglioramento
genetico convenzionale e ottenendo piante che si autodifendono
dalle malattie e dagli insetti e in grado di produrre frutti più
salubri e gustosi.
L'obiettivo è costituire varietà di mele che riducano gli
interventi agrotecnici, realizzando così una frutticoltura più
sostenibile: un filone di ricerca che l'Istituto Agrario di San
Michele all'Adige persegue da alcuni anni. Il sequenziamento del
genoma del melo amplifica di almeno mille volte le nostre
conoscenze relativamente a questa importante pianta agraria, in
particolare le sue proprietà nutrizionali, l'impatto ambientale,
l'esplorazione della biodiversità, gli studi filogenetici ed
evolutivi.
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La rivista
Nature Genetics è un mensile scientifico del gruppo Nature ed è
dedicato ad articoli che rappresentano l'eccellenza nel settore
genetico e genomico di tutte le discipline a sfondo biologico.
Ha un fattore di impatto (cioè un livello medio di citazione di
ogni articolo pubblicato) superiore a 34, come Nature e più di
Science (29).
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Il melo e la mela nel mondo e
in Trentino
La mela è il frutto più importante delle regioni temperate. Delle
3000 varietà note circa dieci coprono oltre il 70 per cento della
produzione mondiale. L'Italia è il sesto produttore al mondo, il
secondo il Europa, con 2,2 milioni di tonnellate di mele
prodotte.
La scelta di sequenziare il genoma di Golden Delicious è stata
dettata dall'importanza che questa varietà, originaria della
Virginia, riveste a livello mondiale (è la seconda più diffusa al
mondo) e, in particolare, in Trentino.
La produzione di mele in provincia di Trento, territorio tra i più
vocati per la frutticoltura di qualità, interessa una superficie di
circa diecimila ettari e ammonta a circa 450 mila tonnellate
(2009), rappresentando il 21 per cento del mercato nazionale (una
mele su cinque consumate in Italia è trentina) ed raggiungendo
assieme all'Alto Adige oltre il 60 per cento della produzione
italiana.
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Il genoma del melo in
cifre
13 miliardi i nucleotidi sequenziati
17 i cromosomi del melo
742,3 milioni le basi di Dna
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