Boschi e prati trentini protagonisti su «nature Geoscienze»
Pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale lo studio di due ricercatori trentini
Ci sono anche due ricercatori della
Fondazione Edmund Mach-Istituto Agrario di San Michele all'Adige
tra gli autori dello studio pubblicato sulla prestigiosa rivista
scientifica internazionale Nature Geoscience che rivela
l'importanza dell'azione mitigatrice dei boschi e delle praterie
nei confronti delle ondate di calore estive e la loro capacità di
ridurne i possibili danni.
Damiano Gianelle e Matteo Sottocornola forniscono dati certi e
misure dirette, raccolti presso le stazioni del Monte Bondone e di
Lavarone, sugli effetti di termoregolazione di queste importanti
risorse naturali.
Per arrivare a dimostrare che nelle fasi iniziali di una ondata di
calore, le praterie e i terreni agricoli sono più efficaci delle
foreste nel ridurne e mitigarne l'effetto.
Poi, quando l'ondata di calore si prolunga, i boschi assumono un
ruolo sempre più importante grazie soprattutto al loro sistema
radicale più esteso e più profondo.
«I dati raccolti - spiegano i ricercatori - sono stati essenziali
nel comprendere questo fenomeno che è ancora poco conosciuto. Tutti
sappiamo per esperienza che in un giardino l'aria è più fresca che
in una zona priva di piante, ma non è facile percepire quanto siano
utili i boschi a rendere più accettabile l'ambiente in cui viviamo,
anche in occasioni di eventi estremi.»
Gianelle e Sottocornola evidenziano che la differenza di
comportamento tra foreste e praterie è dovuta al fatto che la
foresta gestisce l'approvvigionamento di acqua molto più
prudentemente; grazie a questa caratteristica essa gioca un ruolo
fondamentale durante i periodi caldi più lunghi, con un effetto di
termoregolazione che influisce su intere regioni.
I boschi e le praterie non sono dunque solo luoghi incantevoli e
attrazioni turistiche, ma una risorsa che va valorizzata e difesa
perché svolge moltissime funzioni, non ultima quella di rendere più
sopportabile la calura estiva e ridurne i possibili danni.
I dati raccolti aiutano a far capire sempre meglio l'immenso valore
delle zone alpine che sono ricche di vegetazione e di foreste.
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