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Ricordato in Fabio Giacomoni l’«isomorfismo» della Cooperazione

Commossa commemorazione dello studioso alla biblioteca del Museo Storico del Trentino

Lo scorso 10 settembre è ricorso il primo anniversario della scomparsa del prof. Fabio Giacomoni (1937-2009), studioso che ha dedicato alla storia economica e sociale del Trentino importanti lavori di ricerca e di divulgazione.
In particolare, si è dedicato allo studio della Cooperazione, vista in chiave autonomistica del Trentino.

In occasione del primo anniversario della sua scomparsa, la Fondazione Museo storico del Trentino ha deciso di istituire un apposito Premio riservato a lavori inediti di carattere storiografico legati alla cooperazione e all'autonomia.
I temi e le condizioni del concorso sono reperibili al nostro servizio pubblicato a suo tempo e raggiungibili tramite questo link.

Oggi, su iniziativa del Museo storico del Trentino, c'è stato un incontro in ricordo di Fabio Giacomoni presso la Biblioteca della Fondazione Museo storico in via Torre d'Augusto.
Ha introdotto la conferenza Giuseppe Ferrandi, direttore generale della Fondazione Museo storico, che ha tracciato il percorso dello studioso trentino.



Fabio Giacomoni è stato docente di Storia economica presso l'Università di Trento ed editorialista del Corriere del Trentino.
Come studioso è stato autore d'importanti ricerche e volumi sulla storia economica e sociale del Trentino e sull'autonomia di questa Provincia.
In un primo momento ha concentrato le sue ricerche sullo studio della Cooperazione trentina nei suoi molteplici aspetti, in seguito ha approfondito le forme dell'organizzazione delle comunità rurali e le Carte di Regola, ritornando poi al tema della Cooperazione, specie di consumo, e al ruolo del SAIT.

Si è anche occupato delle vicende della prima Autonomia, in particolare della Regione Trentino Alto Adige guidata da Tullio Odorizzi.
Al mondo della cooperazione, a cui era particolarmente legato, ha dato un importante contributo oltre che sul piano culturale anche su quello più operativo assumendo incarichi di responsabilità presso la Famiglia cooperativa di Gardolo e il Consorzio delle cooperative di consumo.

Tra le pubblicazioni si ricordano: La cooperazione del Trentino dalle origini al Partito Popolare (Trento 1980), i 3 volumi dedicati a Carte di Regola e Statuti delle Comunità rurali trentine (Milano, Jaka Book, 1991), Come crescere senza perdere l'anima! Tre esperienze cooperative: Trento - Reggio E. - Bolzano. Convergenze parallele tra cooperazione «bianca» e «rossa» (Trento 2008) e, con Renzo Tommasi, 100 anni di SAIT: una storia del Trentino (Trento 1999) e Dall'ASAR al Los von Trient: la Regione si chiama Odorizzi (Trento 2002).

All'incontro di oggi sono intervenuti il presidente Lorenzo Dellai, l'assessore provinciale alla cultura e cooperazione Franco Panizza, il Presidente della Cooperazione Trentina Diego Schelfi, Luigi Blanco, docente di Storia delle istituzioni, Dipartimento di Scienze umane e sociali dell'Università di Trento e Alberto Ianes, responsabile CeSC, Fondazione Museo storico del Trentino
In testa ad un pubblico particolarmente numeroso, c'erano presenti anche i familiari di Giacomoni.
La famiglia ha confermato l'intenzione di mettere a disposizione della Biblioteca Civica di Trento il materiale bibliografico raccolto da Giacomoni in tutti questi anni.

Nel corso della conferenza, i vari relatori sono intervenuti per mettere in luce le tematiche sulle quali Giacomoni ha scritto, ovvero la storia della cooperazione, anche in considerazione della recente costituzione presso il Museo di un apposito Centro dedicato alla storia del movimento cooperativo, e la storia dell'Autonomia, con particolare riferimento alla dimensione regionale e alle vicende del secondo dopoguerra.

Al di là dei propri ricordi personali, anche particolarmente toccanti come quelli di Diego Schelfi e della figlia dello Studioso, sono stati messi a rilievo i punti di forza e di contraddizione della cooperazione, specie quella trentina.
Per voce del direttore del Museo Giuseppe Ferrandi, abbiamo sentito applicare un termine decisamente matematico come l'«isomorfismo» al doppio ruolo (interdipendente e quasi conflittuale) della cooperazione, dove l'aspetto sociale si deve confondere con quello economico.

In effetti non va mai dimenticato l'aspetto mutualistico che ha originato il movimento cooperativo, esattamente come non può essere mai perso di vista il controllo economico delle cooperative, che sono imprese a tutti gli effetti.
Di qui la felice metafora dell'isomorfismo, che si ha nella matematica complessa quando due strutture possono essere mappate l'una nell'altra in quanto giocano ruoli matematicamente simili e, appunto, interdipendenti.

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