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Integrazione culinaria: immigrate a lezione di cucina trentina

Il corso, rivolto alle «nuove trentine», sarà tenuto a Cles da Carlo Bacca

Valorizzare le competenze e l'entusiasmo di chi, nonostante la malattia, ha molto da offrire alla comunità e nel contempo favorire nuove occasioni di incontro e confronto fra le culture.
È questo il doppio significato dell'iniziativa che prenderà il via venerdì 17 dicembre (dalle 10 alle 12.30) a Cles, in Val di Non, fortemente voluta dall'assessore provinciale alla Solidarietà internazionale e alla Convivenza Lia Giovanazzi Beltrami.

Due storie, due percorsi si incontrano per dare vita ad un'esperienza unica: da un lato Carlo Bacca, cuoco di Rumo che lotta da tempo contro la Sla (sclerosi laterale amiotrofica); dall'altro le donne immigrate dell'associazione «Intrecci», «nuove trentine» desiderose di conoscere, in un'ottica di reciproca apertura, la cultura trentina in tutti i suoi aspetti.

La cucina, attraverso la scoperta della tradizione culinaria trentina, diventa in questo caso la sede di una particolare iniziativa: un corso sperimentale rivolto alle donne immigrate tenuto da Carlo Bacca e gestito operativamente dall'Associazione Intrecci.

Sede del corso, al quale prenderanno parte inizialmente tredici donne di origine immigrata, sarà la Casa Sociale di Cles, grazie alla disponibilità del Vicesindaco e Assessore alle Politiche sociali del Comune Flavia Giuliani.
Il significato del progetto va oltre la formazione in cucina, che rappresenta comunque un'ulteriore occasione per le nuove trentine di conoscere anche a tavola la comunità di cui oggi fanno parte.

«Nella storia di Carlo Bacca - afferma l'assessore Giovanazzi Beltrami - le donne straniere hanno intravisto da un certo punto di vista il loro vissuto di immigrate, e in particolare quel senso di frustrazione che si prova quando si è consapevoli e desiderosi di poter dare molto alla comunità in termini di professionalità e disponibilità ma diversi ostacoli lo impediscono.
«La competenza di Carlo Bacca rischiava di non essere valorizzata a causa della malattia, mentre per le donne straniere professionalmente preparate il rischio, come sappiamo, è quello di un inserimento lavorativo in occupazioni non qualificate nel Paese meta di migrazione. Anche a queste problematiche, che possono rendere ancora più difficile il percorso migratorio, diamo risposta attraverso il Piano Convivenza approvato dalla Giunta provinciale.
«Questa iniziativa vuol essere quindi un nuovo tassello del lavoro che stiamo facendo con il Piano per favorire la conoscenza reciproca e quindi la convivenza fra trentini e nuovi trentini. Sono peraltro sicura che anche attraverso la tavola, come avverrà in questo progetto, le culture possano incontrarsi e conoscersi.»

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