Come tagliare i contributi e convincere i soggetti a vivere felici
Le linee guida di Panizza per razionalizzare le risorse alla cultura Comunque, il Trentino investe in cultura 5 volte più dello Stato
SuSu una cosa l'assessore
provinciale alla Cultura Franco Panizza ha ragione: in Trentino il
tessuto culturale è notevolmente cresciuto negli ultimi anni e il
volontariato che opera nel settore è sempre animato dagli stessi
ideali di un tempo.
E questo è merito indubbiamente della Provincia che ha saputo
nutrire questo terreno potenzialmente in crescita in termini
decisamente importanti, basti raffrontare i dati provinciali a
quelli nazionali: il Trentino investe in cultura l'1,5% del proprio
bilancio, contro lo 0,28% a livello nazionale.
Adesso siamo arrivati al punto di dover ridurre le disponibilità e
l'assessore ha stabilito quantomeno la strada e le modalità da
seguire.
Entro qualche settimana la sua proposta andrà discussa in sede
legislativa.
Poi l'assessore andrà a verificarla sul territorio sentendo un po'
tutti i soggetti, compresi gli assessori provinciali, in modo da
dare corpo alle scelte.
Infine, si calcola tra qualche mese, verrà portata in Giunta
provinciale per la deliberazione.
L'assessore Panizza, insieme con i dirigenti Boschini e Martinelli
(nella foto in
basso), ha incontrato oggi la stampa alla presenza di
alcuni tra gli operatori culturali più significativi (nella foto sotto il titolo).
Il dato di partenza è che le risorse devono essere ridotte del 9
percento e il punto sta sul metodo da adottare impugnando la
forbice.
Il 9% di 42 milioni corrisponde a 3.780.000 euro, cifra di tutto
riguardo che inevitabilmente creerà mille scontenti. Per questo
l'assessore ha deciso di impostare una strada e di lasciarla
percorrere agli stessi soggetti interessati.
La direzione proposta va in tre direzioni. La prima sarà quella di
razionalizzare le spese per la gestione delle risorse. La seconda
sarà quella di incentivare al ribasso la produzione di
attività culturali, la terza quella di estendere agli altri
assessorati la promozione della cultura.
Per quanto riguarda la razionalizzazione dei costi, saranno
attivate iniziative che a ben vedere non avrebbero dovuto attendere
la crisi per essere messe a regime, quali il biglietto unico dei
musei, la messa in rete e così via.
Per quanto riguarda la riduzione dei contributi, secondo
l'assessore, il principio sta nell'incentivare la creatività e
orientarla all'innovazione e alla ricaduta sul territorio.
Chi si adeguerà riceverà un calo del solo 7%, chi resterà
cristallizzato sulle posizioni precedenti potrà perdere fino al
30%.
Per quanto riguarda l'interazione con gli altri assessorati,
Panizza farà il giro cominciando dal collega del turismo.
«Molte iniziative vengono fatte autonomamente da entrambi, -
ricorda l'assessore. - Dovremo raccordarci per fare economie di
scala e sinergie: i risultati saranno migliori e le spese
inferiori.»
Il metodo sembra che sia stato recepito dagli operatori culturali
con rassegnato malcontento. In controtendenza i musei non
provinciali (il Museo Diocesano di Trento e Museo della Guerra di
Rovereto), che già ricevevano poco dalla Provincia.
«Non abbiamo tolto nulla a loro - ha assicurato Panizza,
riferendosi a questi ultimi. - Ma non dargli nulla di più è
comunque una penalizzazione.»
Senza scendere in atri dettagli, dunque, precisiamo che si tratta
di un documento aperto, che verrà chiuso solo dopo che
verranno sentiti tutti i soggetti.
Chi volesse leggere nei dettagli l'impianto attivato
dall'assessore, può trovarlo
nell'articolo raggiungibile
tramite questo link.
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