L’ambizioso programma dell’«Accademia della Montagna»
Presentato oggi, a un anno dalla sua fondazione, è valido per due anni
Ad un anno dalla sua fondazione, e
dopo un ampio confronto con tutti i soggetti interessati,
l'Accademia della montagna, istituita con legge provinciale, ha
presentato oggi i propri programmi da qui al 2012, sulla base di un
documento di indirizzo elaborato dal proprio Comitato
scientifico.
Alla presentazione, che ha avuto luogo in Provincia, erano presenti
il presidente Lorenzo Dellai e l'assessore all'urbanistica ed entri
locali Mauro Gilmozzi, assieme e ai dirigenti e ai tecnici più
vicini al mondo della montagna.
A presentare l'atto di indirizzo e i programmi futuri
dell'Accademia il suo presidente Egidio Bonapace, il direttore Iva
Berasi e il presidente del Comitato scientifico Annibale Salsa.
«Grazie per il lavoro che avete già fatto in questi mesi - ha detto
il presidente Dellai rivolgendosi ai responsabili dell'Accademia -
anche perché sappiamo che far nascere cose nuove è sempre la fase
più difficile. Sono due sostanzialmente i contributi che ci
aspettiamo da questa realtà.
«In primo luogo - ha detto - un aiuto, alle istituzioni ma anche
all'opinione pubblica, al fine di elaborare una nuova cultura della
montagna, ugualmente lontana da due tentazioni contrapposte, quella
dell'abbandono e quella del puro business, una cultura che faccia
perno sui concetti di innovazione e di formazione, avendo nelle
Comunità di valle, oltre che nell'amministrazione provinciale,
degli interlocutori preziosi.
«In secondo luogo - ha aggiunto - ci attendiamo un aiuto per
valorizzare e mettere in rete le diverse professioni della
montagna, cioè chi fa economia. Di nuovo, anche qui, un tema
fondamentale è quello della formazione e soprattutto della
formazione dei formatori. La scuola su questo versante fa già molto
ma possiamo immaginare anche formule nuove, sfruttando la nostra
autonomia in campo scolastico."
L'assessore Gilmozzi a sua volta ha sottolineato come già ora le
Comunità di valle stiano interagendo con l'Accademia, realtà che
rappresenta uno degli investimenti più significativi che la
Provincia ha deciso di fare in questo campo e che opererà in
sinergia con altre realtà come l'Osservatorio del paesaggio,
l'Università e naturalmente le scuole.
Nel corso della presentazione il presidente Bonapace ha rimarcato
con soddisfazione come tutti i principali "attori" della montagna e
del suo sviluppo siedano oggi attorno al tavolo dell'Accademia.
Sono già operativi alcuni gruppi di lavoro, in particolare, come
spiegato dal direttore Berasi, quello sul tema «Formazione e
scuola»; il calendario delle attività prevede a breve l'avvio di un
corso di formazione in materia di pianificazione e gestione delle
aree montane, a cui seguirà a maggio il convegno sui rifugi di
montagna fra tradizione e innovazione.
E altre attività si susseguiranno nel corso dell'anno.
Ciò che conta però soprattutto, come spiegato dal presidente del
Comitato scientifico Salsa, è consolidare una rete virtuosa fra i
vari soggetti che oggi operano in montagna, istituzionali e
non.
«Le Alpi non sono marginali del panorama europeo - ha detto Salsa -
ma centrali, anche se non hanno ricevuto fino ad oggi la dovuta
attenzione da parte del mondo politico. Dobbiamo ribaltare l'idea
negativa della perifericità della montagna, anche perché, con la
fine del modello fordista, il vecchio dualismo centro-periferia non
regge più.
«Oggi le tecnologie dell'informazione e comunicazione rovesciano
queste categorie - ha concluso - e consentono di lavorare bene
ovunque. La montagna deve guardarsi inoltre dalle categorie
contrapposte del globalismo e del localismo: la sua dimensione
d'elezione è quella globale.»
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