Home | Arte e Cultura | L'UNUCI, sede di Trento, organizza la serata «Tunnel factories»

L'UNUCI, sede di Trento, organizza la serata «Tunnel factories»

Alla presenza del regista, sarà proiettato il filmato sulla produzione delle armi segrete che avveniva nelle gallerie stradali del Garda

Del filmato ne avevamo già parlato quando venne presentato per la prima volta a Trento al centro audiovisivi della Provincia autonoma di Trento.
Ora il filmato viene riproposto nella sede dell'UNUCI (Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d'Italia) di Via Grazioli 54, Trento, la sera di martedì 5 aprile alle ore 20.45.

Durante l'ultimo periodo della seconda guerra mondiale, le industrie tedesche, quotidianamente bombardate dal Bomber Command britannico e dall'Ottava forza aerea americana, furono costrette a trasferire in sistemi sotterranei la propria capacità di produzione bellica, specialmente fabbriche di aeroplani e delle nuove armi segrete di Hitler: principalmente aerei a reazione Me 262, Me 163 e i missili V1 e V2.

La Germania e molte zone occupate divennero così un dedalo di gallerie, bunker e grotte come ad esempio Dora Mittelbau nei pressi di Nordhausen, dove perirono migliaia di prigionieri. Tutto questo agli storici e agli appassionati di storia è fatto noto. Meno conosciuta è, invece, la vicenda delle fabbriche in galleria o in grotta che anche sul territorio italiano, specialmente veneto e trentino, che videro il loro sviluppo con alcuni impianti iniziati già nel 1943 come Costozza nel vicentino, Quinzano ed Avesa nel veronese, Cimena a Chivasso e tante altre, ma, soprattutto, con la conversione a fine industriale e bellico delle oltre 70 gallerie presenti sul lago di Garda.

Praticamente tutte le industrie italiane di un certo peso strategico, come Fiat, Alfa Romeo, Ducati, l'Isotta Fraschini, le officine Reggiane, Beretta, trovarono rifugio nelle gallerie stradali del lago di Garda o nella gallerie Caproni a Torbole.

I risultati produttivi non furono così alti come lo sviluppo delle opere protette potevano promettere, ma permisero di salvare, a fine guerra, una larga parte delle apparecchiature produttive meccaniche italiane, che subito dopo la guerra servirono per dare sviluppo alla rinata industria meccanica italiana.

Il documentario di Mauro Vittorio Quattrina, racconta per la prima volta in video, dopo 65 anni dalla fine della seconda guerra mondiale, la storia sconosciuta delle gallerie della Gardesana occidentale attraverso le testimonianze di chi lavorò in quei tunnel o di chi ha ritrovato documenti di famiglia d'epoca - dalla loro costituzione fino all'arrivo degli americani.

Oggi, a volte distrattamente, si percorrono tratti di strada del lago di Garda che durante la guerra videro
avvenimenti tragici avvenuti in un contesto ambientale di grande spettacolarità, e nessuno mai immaginerebbe che in alcune gallerie gardesane vennero costruiti pezzi delle famose armi segrete di Hitler come gli aeroplani Messerschmitt 163 e 262 o i razzi V1 insieme ad altre lavorazioni per armi di nuova generazione o convenzionali, che avrebbero potuto cambiare il corso della storia.
E chi mai poi, immaginerebbe che comodamente seduti ai tavolini dei bar di Torbole i turisti possano immaginare che proprio il porticciolo vide il varo di nuovi sommergibili a reazione?

Anche questo viene raccontato nel video, con una serie di testimonianze e documentazioni in larga parte inedite per un documentario, grazie alla collaborazione di testimoni, studiosi, associazioni culturali e storiche, assessorati alla cultura dei vari comuni interessati, che hanno dato il loro fattivo apporto alla realizzazione del video. Fra gli intervistati gli storici Giordano Bruno Guerri, Giorgio Danilo Cocconcelli, Paolo Savegnago, Luigi Carretta.

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