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La sfida al volo, una nuova puntata al museo Gianni Caproni/ 2

Quali sono i nuovi aeroplani ed elicotteri esposti al museo G. Caproni

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La sfida del volo: questi i nuovi aeroplani ed elicotteri esposti al Caproni.



Ansaldo A 1
Questo biplano da caccia entrò in servizio nelle ultime settimane della Prima guerra mondiale, e fu in seguito utilizzato come addestratore nelle scuole civili e militari. L'esemplare esposto appartenne al capitano pilota Natale Palli, compagno e pilota di Gabriele D'Annunzio nella celebre impresa dimostrativa del Volo su Vienna.
È uno dei due soli esemplari esistenti al mondo, e l'unico a conservare pressoché per intero gli intelaggi originali delle ali in seta, sui quali si conserva una fra le livree pittoriche più complete tuttora conservate per un aeroplano della Prima guerra mondiale.
Da notare anche la splendida decorazione pittorica della fusoliera raffigurante San Giorgio a cavallo, opera di un artista molto vicino all'ambito dannunziano.


Caproni Ca 53
Concepito per il bombardamento veloce, questo grande triplano fu progettato da Gianni Caproni nel 1917 per rispondere alle richieste della Direzione Tecnica dell'aviazione militare di un velivolo capace di trasportare un carico bellico di 400 kg alla velocità di 200 chilometri orari.
Il prototipo, con fusoliera a traliccio in legno rivestita in compensato, fu completato nel 1918, ma non arrivò mai alle prove di volo a causa di problemi legati al motore. L'aeroplano non entrò mai in produzione per la conclusione della guerra nel 1918; ne rimase solamente il prototipo, pervenuto sostanzialmente intatto fino ai nostri giorni.
Il velivolo conserva ancora sia sulla fusoliera che sulle ali la colorazione originale color tela naturale. Pur non essendo legato ad alcun episodio bellico di rilievo, il Caproni 53 è un'interessante testimonianza dell'evoluzione delle costruzioni aeronautiche a cavallo fra la Grande Guerra e il primo dopoguerra.


Caproni Ca 60
Era un vero e proprio palazzo volante l'aereo Noviplano transaereo concepito da Gianni Caproni nel 1920, quale primo tentativo al mondo di realizzare voli passeggeri transoceanici. Riutilizzando tre cellule triplane provenienti da bombardieri rimasti inutilizzati alla fine della Prima guerra mondiale, Caproni ideò un idrovolante a nove ali, con uno scafo centrale capace di accogliere cento passeggeri seduti.
Terminato nel 1921, durante le prove di volo sul Lago Maggiore il prototipo subì gravi danni a causa di una tragica leggerezza: i sacchi di sabbia utilizzati per simulare il peso delle persone non furono vincolati ai sedili, e il loro improvviso ribaltamento in volo provocò l'impatto del velivolo sulle acque del lago. Il progetto non poté essere ripreso e condotto a termine, ma la sua forza visionaria lo rese e lo rende tuttora celebre in tutto il mondo.
La sfortunata esperienza del Transaereo è testimoniata oggi dalle imponenti strutture lignee dello scafo (la prua e due galleggianti laterali), da uno degli otto motori e dal pannello comandi.


North American T-6 Texan
Questo velivolo, monomotore ad elica ad ala bassa, è probabilmente il più famoso addestratore nella storia dell'aviazione. Il primo esemplare compì il suo primo volo il 1 aprile 1935, e la produzione in serie ebbe inizio nel 1937.
Durante la Seconda guerra mondiale questo velivolo venne utilizzato dall'aeronautica e dalla marina statunitensi, dall'aeronautica militare del Regno Unito e da tutte le forze aeree del Commonwealth britannico, presso le quali il velivolo era noto come Harvard.
Gli americani attribuirono all'AT-6 il soprannome di Texan quando, per la sua produzione, fu aperto un nuovo stabilimento a Dallas, nel Texas.
La carriera del Texan proseguì anche nel dopoguerra quando fu utilizzato per addestramento, attacco leggero e compiti di controguerriglia da moltissime aeronautiche di tutto il mondo, compresa quella italiana, dalla quale proviene l'esemplare esposto.
La produzione di serie del Texan cessò nel 1953 e, nel corso degli anni, le diverse versioni prodotte furono oltre 260, per un totale di quasi 20.000 esemplari al mondo, gli ultimi dei quali furono ritirati dal servizio negli anni Ottanta.


Manzolini Libellula II
Il Manzolini Libellula II, elicottero a due rotori coassiali controrotanti, è una importante testimonianza dei primordi del volo in elicottero in Italia. Si tratta del secondo prototipo realizzato dalla società costituita a Roma da Ettore Manzolini per sviluppare gli elicotteri da lui progettati. La loro peculiarità consisteva nell'adozione di due rotori coassiali che eliminavano la necessità di un rotore anti-coppia, permettendo invece l'adozione di un impennaggio bideriva.
Il primo prototipo, il Libellula marche I-MANZ, volò per la prima volta il 7 gennaio 1952. L'elicottero in esposizione, marche I-MANN, ottenne la certificazione il 15 ottobre 1962. Seguì un'altra versione a due posti e il progetto di una ulteriore versione a quattro posti, mai realizzata.

Le foto sono di Ennio Varani

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