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Richard Galliano, una fisarmonica passionale tra le Dolomiti

Un mix di atmosfere e sonorità che ha pescato il meglio di classica, jazz e tradizione, deliziando le 3 mila persone salite a Camp Centener

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Uno spettacolo straordinario con un cielo terso e senza nuvole, l'orizzonte aperto sui gruppi di Brenta, Adamello e Presanella, hanno accolto Richard Galliano e l'Ensemble Symphony Orchestra che con un'ora e mezza di musica hanno salutato il popolo de I Suoni delle Dolomiti accorso a Camp Centener, in Val Rendena.
Quello di oggi era il penultimo appuntamento della kermesse trentina di musica in quota che chiuderà l'edizione 2016 in Val di Fassa, venerdì 26 agosto.
Ad ascoltare in religioso silenzio il concerto che ha fatto incontrare la fisarmonica malinconica e passionale di Galliano con i musicisti classici dell'Ensemble Symphony Orchestra erano in circa tremila persone.
Ciò che è scaturito dall'incontro musicale è stato un mix di atmosfere e sonorità che ha pescato il meglio di classica, jazz e tradizione, sviluppando spesso scenari quasi cinematografici. Galliano e compagni hanno scelto un’alternanza di brani e dei percorsi tematici.
Così uno dei fili conduttori è stato quello delle stagioni che ha messo in fila con l'iniziale «Otoño Porteño» di Piazzolla, «L'inverno» di Vivaldi che ha visto Galliano dialogare con i violini e spesso sostituire ai loro fraseggi i movimenti sulla propria tastiera.
 

 
A completare il ciclo ci han pensato poi «Primavera Porteña» sempre di Piazzolla, con i suoi movimenti incisivi e trascinanti, e «L'estate» del compositore veneziano.
Oltre a questi pezzi il fisarmonicista francese ha pescato nel suo vasto repertorio sia di autore sia di esecutore e interprete come con «Petit Suite Francaise», scritta dallo stesso Galliano, o la sognante «Habanerando» un'avvolgente «La valse amargaux» che con le sue note malinconiche e amare è sembrata quasi una riflessione in note sul dimenticare e sullo scorrere del tempo e con esso sullo svanire delle cose.
Galliano ha persino eseguito un omaggio, scritto espressamente per il festival trentino: «La valse des Dolomites».
Un brano dalle movenze leggere e aeree, come un volo sull'infinita sequenza di cime, pendii, crinali e valli che segnano le Dolomiti e che lui ha definito «una meraviglia».
Tanti gli applausi così come l'entusiasmo che ha spinto i musicisti a tornare ai loro strumenti per regalare due bis con «Oblivion» di Piazzolla, già applauditissimo col precedente «Libertango», e con «Tango per Claude».

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