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Travolgente finale tra percorsi musicali per I Suoni delle Dolomiti

Barcelona Gipsy BalKan Orchestra: esplosivo ensemble di sette elementi che ha portato tra le vette delle Dolomiti buona parte delle sonorità di tutta Europa

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Il festival di musica in quota I Suoni delle Dolomiti si è concluso in festa con buona parte degli oltre tremila presenti in piedi a ballare sulle note della Barcelona Gipsy Balkan Orchestra.
I sette elementi dell'ensemble, provenienti da tutto il mondo, hanno portato - oggi 26 agosto - sul Ciampac in Val di Fassa buona parte delle sonorità di tutta Europa, dal Caucaso all'Andalusia passando per i Balcani, l'Italia, il Mediterraneo e la Catalogna.
Un incrocio di strade e percorsi musicali che è sbocciato sulle cime delle Dolomiti fassane. Un concerto dotato di una carica di energia travolgente che ha avuto anche momenti di pausa nei quali il pensiero è andato agli eventi drammatici che in questi giorni hanno colpito l'Italia centrale.
Il pubblico ha osservato un momento di commosso silenzio all'inizio e anche durante l'esibizione i musicisti hanno voluto dedicare una canzone - dal titolo Shiro - e un pensiero alle persone che hanno subito i danni e le perdite causate dal terremoto.
Il resto del concerto è stato un vero e proprio viaggio tra le danze di tutta Europa, a tratti più pensose, a tratti contaminate da cultura slava o araba, ma sempre in grado di trasmettere un forte senso di comunità e tempo, se non destino, condiviso.
 

 
È una della grandi ricchezze di una Europa che nei secoli ha saputo condensare nelle melodie gioie e speranze, occasioni di festa e influenze provenienti da altre culture.
Mille rivoli sonori che hanno attraversato e continuano ad attraversare l'intero continente nel nome di un linguaggio condiviso e universale.
E gli stessi componenti dei Barcelona Balkan Gipsy Orchestra ne sono l'esempio: sette elementi provenienti da altrettanti angoli d'Europa.
Non è un caso che l'apertura sia stata affidata a quell'autentico crogiolo di suoni e mondi che è il klezmer con il brano «Freibach», mentre subito dopo ha fatto capolino la Romania con una hora intitolata «Martisorului».
Una ballata malinconica «Put Putuje» ha trasportato tutti nei Balcani guidati dalla dolce voce della cantante Sandra Sangiao.
 

 
Non sono mancati anche accenni al Sudamerica con «Hasta siempre» mentre con «Gankino Horo» ci si è ritrovati catapultati in Bulgaria.
«Lulle, lulle» ha calato nel cuore del gruppo della Marmolada anche la lingua arbresh - dalla minoranza albanese calabrese - seguita ancora da un medley di danze dell'est Europa e in particolare della Transilvania.
Non solo melodie spensierate, ma anche pensose come «Vicolo Klezmer» o quell'omaggio alla Catalogna che è stato «Amelia».
In un rapporto sempre più intenso col pubblico Sandra Sangiao e compagni (Mattia Schirosa, Julien Chanal, Dimitri Kitarov, Stelios Togias, Joaquim Sanchez e Aleksandar Sora) hanno trascinato tutti alla danza fino alle conclusive «Djelem Djelem» e «Od Ebra do Dunava» (Dall'Ebro al Danubio), brani di un bis richiesto a gran voce e con tanti applausi da tutti i presenti.

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