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Il vibrafono di Pushkarev ha aperto la Campiglio Special Week

Scenario il bellissimo Lago Nero nel Gruppo della Presanella, un balcone naturale affacciato sul Gruppo del Brenta accarezzato da una leggera brezza estiva

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Il vestito è quello di una qualsiasi altra performance in una sala da concerti, lo scenario invece è unico: le cime della Presanella segnate dal lavoro di nevi e ghiacci da un lato e dall'altro, oltre lo spazio e il respiro di una valle, le indomite architetture dolomitiche del Brenta.
In mezzo un lago alpino che difficilmente si dimentica come il Lago Nero. Forse per questo il grande vibrafonista Andrei Pushkarev si è presentato allo strumento con il sorriso gioioso (difficilmente trattenuto) di un bambino.
Espressione che ha tenuto per l'intera ora e più di concerto in cui ha suonato senza l'ausilio di alcun spartito.
A valle i compagni di avventura della Kremerata Baltica assieme al violoncellista Mario Brunello preparano i tanti concerti che segneranno l'intera Val Rendena fino a domenica 23 luglio.
 

 
Qui invece, dove la vegetazione è fatta solo d'erba e qualche solitario rododendro, dove le pietre sono punteggiate delle verdi tonalità dei licheni c'è solo lui e il suo vibrafono.
Eppure Pushkarev non è solo e al suo fianco appaiono magicamente, quasi estratti da un nero cilindro di prestigiatore, nomi come Johan Sebastian Bach, Astor Piazzolla, Čajkovskji, le cui note si mescolano con tutto quello che ė accaduto nel Novecento, dal jazz al blues, dal piano sofisticato di Glenn Gould alle pensose atmosfere di un bluesman in là con gli anni.
A dominare su tutto però la leggerezza, l'eleganza e la vivacità di uno strumento che si presenta perfetto in mezzo alla natura.
E dunque l'inizio non poteva che essere affidato a Bach, con due invenzioni ispirate al grande compositore tedesco, reinventate con un piglio jazz originalissimo.
Pushkarev non arrangia solo i brani di grandi nomi della musica, ma è anche compositore etereo e sospeso come nella sua Toccata per vibrafono o Notturno e sognante come nel brano Elegy.
E forse ė proprio questa sua elegia a rendere il senso di una musica, la sua, che è sia evocazione sia possibilità di familiarità con tanto presente e passato.
 

 
Pushkarev attinge, rimescola, ricrea. Ci si perde trascinati nei suoi incantevoli suoni che sanno guardare a est e a ovest, alla tradizione mitteleuropea e a quella russa come fa ad esempio - dopo Bach - con una Mazurka tratta da una composizione per bambini di Čajkovskji.
E lui che ė nato in Ucraina un po' di animo russo lo porta con sé fino alla fine, fino al bis richiesto con lunghi applausi che lui ripaga con Simple dreams, brano che guarda al grande compositore slavo.
In mezzo il viaggio lo porta tra i tango di Astor Piazzolla Little tango e History of tango, in Grecia con le note ispirate a The last of the lost Greeks, in America, Berlino e Francia lungo le rotte del grande jazz con il brano autografo Little Jazz Waltz, con lo splendido My Favourite Things e In the mood of blue che parte pensoso e malinconico per riempirsi via via di luce.
Se questo è l'inizio della Campiglio Special Week assieme alla Kremerata Baltica, c'è da aspettarsi molto soprattutto per lo spirito innovativo che sembra animare i suoi musicisti che si esibiranno tra sentieri, cime e antiche chiese della Val Rendena.

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