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Anouar Brahem: musica che unisce i continenti

APasso Sella per I Suoni delle Dolomiti il noto musicista tunisino si è esibito nella splendida cornice tra le cime maestose del Sassolungo, Torri del Sella e Pordoi

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Il sodalizio tra il festival di musica in quota I Suoni delle Dolomiti e #Dolomitesvives, che pone al centro la sostenibilitá nel rapporto tra l'uomo e le Dolomiti, ha preso forma oggi 2 agosto nello splendido concerto di Anouar Brahem a Passo Sella.
Accanto al famoso musicista e virtuoso di oud, un combo di grandissimo valore a partire dal compagno di tante avventure Björn Meyer al basso, Klaus Gesing al clarinetto e Khaled Yassie a dabouka e bendir.
A fare da corona al numeroso pubblico e ai musicisti alcune delle cime più belle e famose delle Dolomiti come le Torri del Sella, il Gruppo del Sassolungo e il Pordoi.
 
In uno scenario verde e silenzioso, quasi sospeso nel tempo, la musica di Brahem ha potuto esprimere il meglio di sé con suoni eterei, ritmiche accennate, fraseggi arabi e jazz e persino sottofondi vocali di struggente nostalgia.
E i brani proposti, estratti dal lavoro «The Astounding Eyes of Rita», hanno raccontato un Brahem ancora molto legato a una musica che ha al centro radici e tradizioni.
Un ricerca delle origini che si è cibata di quel grande collettore di suoni, storie, tradizioni e culture che è il Mediterraneo.
E il riproporre tutto questo nel cuore delle Dolomiti è stata un scelta di grande valore perché al pari del mare che unisce nord e sud, oriente ed Europa, anche le Dolomiti e le Alpi vivono di una cultura unitaria che supera i confini tracciati sulle mappe.
 

 
Tappeti di note, veli sonori che a tratti sono sembrati appesi alle pareti, atmosfere crepuscolari come nella prima «The lover of Beirut» a cui ha fatto da contraltare, ritmica e ipnotica «Dance with the Waves» e la gioiosa e cullante «Stopover at Djbouti» che si è via via permeata di melodie quasi europee.
Il grande intellettuale Predrag Matvejevic vedeva nell'olivo il grande monumento al Mediterraneo come cultura unitaria, eppure l'oud di Anouar Brahem ha dato anche un'idea musicale di quello che potrebbe essere un suono mediterraneo con «Al Birwa», «Galilee mon amour», «Waking State».

Particolarissima poi «The Astounding Eyes of Rita», inizialmente meditabonda, costruita su un fraseggio tra voce e oud, poi diventata quasi blues per tornare infine ancora a una nenia dalla quale era impossibile staccarsi.
Decisamente jazz l'ultimo brano «For no apparent reason» con Klaus Gesing molto bravo a disegnare ritmiche e invenzioni con il suo clarinetto, contribuendo a trascinare il pubblico - oltre mille in piedi - in una standing ovation finale con immancabile bis richiesto e concesso da Brahem e compagni.

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