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Il premio «Best Director» al film doc Alganesh di Lia Beltrami

Il riconoscimento internazionale per il documentario «Alganesh» - All’orizzonte una speranza» con distribuzione in Cina

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Al 14° Monaco Charity Film Festival Alganesh vince il premio principale, «Best Director».
Il film documentario girato nei campi profughi eritrei al confine etiope, ha colpito il pubblico monegasca con una proiezione sentita e partecipata.
La cerimonia di premiazione si è tenuta a Montecarlo lunedì 13 maggio, lungo l’Avenue Princesse Grace.
Sono stati consegnati 3 premi: miglior attore, miglior cortometraggio e miglior regia. Per Alganesh erano presenti la regista Lia Beltrami e il compositore della colonna sonora, Alberto Beltrami, che hanno ritirato il premio sulle note dei Gipsy King.
 
La regista ha commentato così il premio: «Proiettare Alganesh in questa città e vincere il primo premio è stata una vera sfida. Il percorso di sensibilizzazione sulla vita nei campi profughi è lungo e in salita, e non è con il populismo che si affronta. Una seria informazione, è il primo passo. Da qui è facile che scatti l’empatia. Il film Alganesh è piaciuto molto, grazie anche alla fotografia di Ferran Paredes Rubio, speriamo che susciti concreti gesti di solidarietà.»
Questo è il 12° riconoscimento internazionale per il film documentario Alganesh.
Segue il Best Social Documentary ricevuto il 21 aprile al Master Doc Film Festival di Los Angeles, la Menzione Speciale al Trani Film Festival il 3 aprile. Prima è stato premiato in Cile, India, Italia, Cina e Stati Uniti.
E proprio in questi giorni è iniziata la distribuzione in Cina, dopo il successo al Silk Road Film Festival di Xi’An, a cura di Wing Sight.


 
ALGANESH – ALL’ORIZZONTE UNA SPERANZA
Italia, 60 min
Regia: Lia e Marianna Beltrami
Fotografia: Ferran Paredes Rubio
Musica: Alberto Beltrami
Con: dr. Alganesh Fessah
Prodotto da Andrea Morghen per Aurora Vision
Distribuzione internazionale: TVCO
Distribuzione in Cina: Wing Sight co.
 
«Non ci ho creduto finché non l’ho visto.» Un cartello su un muro recita queste parole, mentre cento rifugiati eritrei arrivano al centro di smistamento di Endabaguna, nella regione etiope del Tigray, dopo quattro giorni di viaggio senza cibo, acqua e stipati in un camion senz’aria.
Perché le persone scappano? Cosa accade prima delle immagini degli sbarchi che ci vengono mostrate quotidianamente sui media? Un viaggio intenso attraverso quattro campi rifugiati per eritrei in Etiopia, in mezzo a bambini non accompagnati, Kunama perseguitati, anziani; c’è chi è nei campi da 17 anni e non vede una via d’uscita.
Il nostro viaggio seguirà la dottoressa Alganesh Fessah e il suo lavoro e impegno nella protezione dei diritti dei rifugiati, e la liberazione di quelli rapiti e torturati nel deserto del Sinai.
Tre protagonisti: i rifugiati; Etiopia, terra accogliente; Alganesh che, in mezzo alla disperazione, ci racconterà le sue speranze all’orizzonte.

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