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Rovereto Veneziana, perché no? – Di Paolo Farinati

Se Trento si gode le Feste Vigiliane, perché Rovereto non può rallegrarsi una volta all'anno di essere stata «dominata» dalla gloriosa Serenissima?

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Leggo con grande piacere che in questi giorni si è costituito un Comitato, promosso da alcuni operatori commerciali ed economici del centro storico di Rovereto, col nome di Distretto San Marco.
È chiaro il riferimento storico ai 93 anni in cui la nostra amata città sottostò alla Repubblica di Venezia.
Retta da un Podestà veneziano, dal 1416 al 1509, ma acquisendo in quei lontani decenni una proficua esperienza di compartecipazione delle famiglie più abbienti della comunità all'amministrazione complessivo della città.
In un senso più concreto, Rovereto beneficiò fin sa subito di una certa autonomia amministrativa e fiscale, che seppe ben gestire anche dopo.
Tanto che anche nei seguenti quattro secoli di dominio in città dell'Impero austriaco, dal 1510 al 1918, salvo la breve presenza francese, a Rovereto fu riconosciuto innanzitutto il rango di città, proprio nel 1510 con un editto di Massimiliano I, e soprattutto i roveretani acquisirono una significativa capacità di auto-governo.
 
In più, Rovereto dipese sempre direttamente da Vienna, ossia si riferiva e rispondeva amministrativamente e politicamente esclusivamente alla capitale dell'Impero austriaco, e mai al Principe Vescovo di Trento.
Questo fatto porta ad evidenziare con chiarezza la diversa storia conosciuta da Rovereto e dalla Vallagarina rispetto a Trento e al resto del Trentino e del Sudtirolo.
È un oggettivo dato di fatto, senza se e senza ma, e lo scrivo senza alcuna mancanza di rispetto verso il nostro capoluogo di provincia.
Tornando al fresco di nascita Distretto San Marco, questa bella spontanea positiva e propositiva iniziativa potrebbe far riscoprire ai roveretani e ai lagarini quel lontano positivo secolo seguito al plurisecolare dominio della potente famiglia dei Castelbarco.
 
Sotto la Repubblica di Venezia la nostra città si ingegnò ancor più in molte attività artigianali, scoprì il valore del commercio, iniziò a utilizzare con profitto la navigazione sul fiume Adige, sia verso sud che verso nord.
I ricchissimi Seicento e Settecento roveretani hanno indiscutibilmente le radici nel contagio con l'intraprendenza veneziana.
Combinando il passato col presente, mi chiedo perché non riscoprire e riproporre quelle originali e frequentatissime giornate che fino a circa vent'anni riempivano il nostro affascinante centro storico sotto il nome di Rovereto Veneziana?

Il tutto per testimoniare un secolo di storia unico e diverso in Trentino. Senza alcuna presunzione, sia beninteso.
Se Trento, giustamente, si gode le Feste Vigiliane e la sfida tra i Ciusi e i Gobi, perché Rovereto e la Vallagarina non possono rallegrarsi per alcuni giorni di essere stati «dominati» con profitto dalla gloriosa e democratica, per quel tempo, Repubblica di Venezia?
Io il sasso, con un certo entusiasmo, visto anche che la mia famiglia giunse a Lizzanella da Verona a metà del Seicento, l'ho gettato.
A chi di dovere raccoglierlo o meno. Ad maiora...

Paolo Farinati


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