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Quand’eravamo «Sizzeri», a Trento dal 5 al 25 giugno

Il presidente del consiglio provinciale Kaswalder ha aperto la mostra a palazzo Trentini

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Pochi sanno che un manoscritto attesta addirittura al 1468 l’esistenza degli «sizzeri» in Trentino.
Prima ancora del «Landlibell dell’undici» (1511), siglato a Innsbruck dall’imperatore e conte del Tirolo Massimiliano I d’Asburgo e dai principi vescovi di Trento e di Bressanone, già erano state poste le prime basi per una milizia territoriale e popolare, concepita a difesa (e solo a difesa) della sacra terra tirolese.
Non tutti forse sono avvertiti del fatto che questi Schützen furono fin dal principio una realtà tanto sudtirolese quanto trentina.
La mostra che a palazzo Trentini è stata inaugurata poco fa – e che resta aperta da domani e fino a venerdì 25 giugno - racconta tutto con dovizia di particolari e curiosità la realtà storica di «Sizzeri, Schützen e Standschützen».
 

 
Federico Maraner e Marco Ischia sono i curatori principali di questa rassegna documentaria, fortemente voluta dal presidente del Consiglio provinciale, Walter Kaswalder, anche come logica prosecuzione di un’indagine nelle tradizioni di marca tirolese, che è già passata per la rassegna del 2019 sulla devozione nelle nostre valli per il Sacro Cuore di Gesù.
Testi (anche di Roberto Bazzanella e Romina Zanon) e ricco apparato iconografico raccontano con un pregevole catalogo momenti topici della storia trentina e tirolese, come la celebre guerra di successione, con la distruttiva avanzata del duca di Vendome ad Arco e nella valle dei Laghi, prima che le truppe imperiali e gli Schützen riuscissero a far ripiegare l’invasore francese.
 

 
L’assetto difensivo del Tirolo – ha ricordato oggi pomeriggio Ischia – rimase per secoli quello impostato dal Landlibell, con esclusione della leva obbligatoria e lungo un secolare percorso che conduce fino al dramma della Grande Guerra, quando a difendere il Trentino meridionale si mobilitarono un’ultima volta gli Standschützen, eredi della tradizione dei bersaglieri tirolesi.
I pannelli esposti in via Manci a Trento ci fanno tornare al burrascoso periodo napoleonico, alla resistenza guidata da Andreas Hofer, a una presenza attiva dei bersaglieri tirolesi, che purtroppo dopo il 1918 - con il passaggio del Trentino all’Italia - fu oscurata e messa da parte.
 

 
La mostra documentaria – ha detto Maraner poco fa – si deve a un intenso lavoro di squadra.
Ed è arricchita nella sala sotterranea di Palazzo Trentini da una mostra nella mostra: Luca Chistè espone i suoi ritratti fotografici in bianco e nero, che raccontano in modo vivido i volti e la vivacità delle compagnie trentine oggi tuttora «in servizio».
A partire dal 1983 ci fu infatti una rinascita nella nostra provincia delle compagnie di «sizzeri», a partire da quella di Mezzocorona intitolata a Nicolaus von Firmian, per arrivare all’ultima nata, la Königsberg.
Chistè oggi ha detto di aver potuto constatare l’intergenerazionalità di questo fenomeno, l’attivismo di tante donne e la distribuzione su tutto il territorio trentino.
 

 
Il presidente Kaswalder oggi ha aperto la mostra esprimendo la soddisfazione di poter riprendere la consolidata tradizione delle rassegne d’arte e cultura a palazzo Trentini, interrotta nel 2020 a causa della pandemia.
Ha ringraziato le autorità presenti – la senatrice Elena Testor, il consigliere provinciale Claudio Cia, l’ex presidente della Provincia Carlo Andreotti, il comandante della Federazione Schützen Enzo Cestari, il sindaco di Fiavé Nicoletta Aloisi – e ha annunciato che la collaborazione con le compagnie territoriali permetterà di rendere la mostra itinerante in tutto il Trentino.
Kaswalder ha sottolineato come contribuire al rafforzamento della memoria della gente trentina attorno alle sue radici storiche è davvero lo scopo più nobile del proprio mandato di presidente dell’assemblea legislativa.
 
Orari della mostra: lun-ven 9.30/18.30, sab 9.30/12.30, domenica chiuso.

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