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Tracce della memoria: nuova mostra al Forte di Fortezza

Che tracce hanno lasciato i soldati al Forte di Fortezza? Ce lo raccontano Petra Polli e Werner Gasser nella mostra «Tracce della memoria», presentata oggi

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Disegni, scarabocchi, numeri, segni di conteggio, lettere isolate, simboli sulle pareti scrostate, incisi nei mattoni rossi o scolpiti nella pietra - ovunque si trovano tracce del passato nel Forte di Fortezza.
Si tratta in gran parte di testimonianze di ex soldati che trascorsero settimane o mesi tra queste mura, imprimendo su di esse i loro desideri più profondi, immortalando messaggi segreti.
Per noia, paura o nostalgia? Cosa vogliono dirci questi segni? Come possiamo leggere, comprendere o interpretare queste tracce?
Petra Polli (nata a Bolzano, vive e lavora a Bolzano e a Lipsia) e Werner Gasser (nato a Merano, vive e lavora a Merano e a Berlino) si sono occupati di questo tema negli ultimi mesi e presentano le opere realizzate ispirandosi a questo tema, accanto ad altri lavori già esistenti reinterpretati nel contesto del forte, nella mostra temporanea «Tracce della memoria».
 

 
Petra Polli abbraccia il tema delle tracce fin dai suoi studi a Lipsia: raccoglie tracce dall’arte del graffitismo, le fotografa e le reinterpreta, giocando consapevolmente con i messaggi segreti e l’estetica dei graffiti e sviluppando in tal modo il proprio linguaggio visivo e la propria forma di espressione.
Nella mostra presenta ad esempio l’opera «Nolpdjlsiho/Klimagipfel», decodificando un concetto avvalendosi di un antico metodo di crittografia e fondendolo nel cemento.
Preparandosi alla mostra l’artista si è confrontata anche con i segni visibili e quelli ritenuti invisibili della vita quotidiana: con l’aiuto di un’app per biciclette ha elaborato i tragitti che le dipendenti e i dipendenti della fortezza coprono ogni giorno all’interno del forte visualizzando poi tali percorsi per mezzo di varie installazioni luminose (da vedere nell’opera «Tracce virtuali»).
Nell’opera «Tracce vissute» infine l’artista dona nuovo splendore a vecchi oggetti scartati coprendo con la vernice le tracce lasciate dall’uso o dal consumo.
 


Werner Gasser, invece, che usa mettersi alla ricerca di tracce con la sua macchina fotografica, per la mostra al Forte di Fortezza ha scelto una via diversa: ispirandosi a Daniel Liebeskind - a cui si deve la ristrutturazione del Museo Ebraico di Berlino - si è rapportato ai muri e alle sale cariche di storia della fortezza cercandovi tracce personali o, ancor più, ricordi della sua vita e della propria carriera artistica.
A rivestire un ruolo particolare nelle sue opere sono il fattore tempo, l’avanzare di quest’ultimo e i cambiamenti che accompagnano tale processo, tracce che si inscrivono nella materia come ricordi di istantanee.
È questo che ci viene presentato nella sua installazione fatta di borotalco che si estende attraverso diverse sale (una nuvola di profumo avvolge chi le si avvicina).
Come cambieranno queste superfici nelle prossime settimane durante l’esposizione? Immagini istantanee del qui e ora e la visualizzazione di tracce, ricordi impressi e destini umani costituiscono altri temi che percorrono le opere qui esposte.
La mostra è visitabile fino a fine ottobre 2022 ed è stata presentata oggi da Esther Erlacher, coordinatrice del Forte, Heinrich Schwazer, giornalista del quotidiano «Die Südtiroler Tageszeitung», Petra Polli e Werner Gasser.

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