L'«Alchimia del Colore» a Villa Lagarina
La mostra di Leonardo Checchia a Palazzo Libera è visitabile fino al 26 maggio
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È visitabile fino al 26 maggio, a Palazzo Libera, la mostra personale di Leonardo Checchia, curata da Stefania Segatta.
Come già comunicato, è in vigore il nuovo orario di apertura delle sale espositive, dunque l’allestimento è visitabile venerdì, sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 18, sempre con ingresso libero.
Nel giorno dell’inaugurazione, la curatrice ha citato Arthur Rimbaud: «Inventai il colore delle vocali! – A nera, E bianca, I rossa, U verde, O blu, - Disciplinai la forma e il movimento di ogni consonante, e, con ritmi istintivi, mi lusingai d’inventare un verbo poetico e accessibile, un giorno o l’altro a tutti i sensi. Riservavo la traduzione. Fu all’inizio uno studio. Scrivevo silenzi, notti, segnavo l’inesprimibile. Fissavo vertigini» (da Rimbaud – Alchimia del verbo).
Spiega Segatta: «L’intento di questa mostra è di proporre una fruizione come scrive Rimbaud poetica e accessibile, per collocare al centro, privilegiare, il dialogo tra l’osservatore e l’opera d’arte. Musica, colore, naturalezza, spontaneità, anteponendo per il tempo necessario le spiegazioni, i paradigmi storico artistici e le definizioni troppo circoscritte.
«Indispensabili la sola libertà di pensiero e l’intenzione di infrangere la superficie della tela per immergersi nell’essenza dei quadri, nella compresenza di tonalità e sfumature, di bagliori di luce e di penombre, di suggestioni che sconfinano oltre i margini delle cornici in un impeto vitale: un essere organico e pulsante.»
«Un abbandono permesso da un linguaggio rigoroso, equilibrato, che parta dai fondamenti della pittura per evocare dimensioni e panorami di senso più complessi, per consentire un’interpretazione plurale delle opere, senza circoscrivere l’immaginario e frenare il gioco di corrispondenze e impulsi salutari.
«In questa cornice di pensiero è giusto dare solo qualche spunto all’osservatore: l’invito a cogliere cautamente, - in opere che rasentano l’astratto - i sorrisi, l’abbozzo di qualche figura, la psicologia profonda dei quadri, che si delinea come un riflesso preciso della psicologia umana in costante evoluzione.»
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