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Presentazione dei risultati della ricerca sul Vallo Alpino

Il Museo Provinciale Forte di Fortezza ha presentato oggi i risultati del progetto di ricerca sul «Vallo Alpino del Littorio», sistema di difesa militare di epoca fascista

Nell'ambito del progetto, non solo sono stati registrati i bunker progettati e quelli effettivamente costruiti, ma è stata anche creata una straordinaria visualizzazione dei dati sotto forma di una mappa online liberamente accessibile. Un altro obiettivo è stato quello di ricercare il finanziamento e il funzionamento del sistema di difesa, nonché l'accoglienza degli edifici da parte delle diverse generazioni della popolazione.
I risultati della ricerca hanno fatto luce sulle circostanze della creazione del «Vallo Alpino», un sistema di difesa militare lungo i confini alpini italiani di epoca fascista.
 
La sua caratteristica principale fu la posizione di queste difese al confine con il Reich tedesco, che mise l'Italia contro il suo stesso alleato e fece guadagnare al «Vallo Alpino» il nome popolare di «Linea Non Mi Fido», che si traduce come «linea di diffidenza». Circa il 25% dei bunker rimase incompiuto e 135 cantieri abbandonati nel paesaggio altoatesino testimoniano ancora oggi le sfide poste dalle ristrettezze finanziarie, dall'uso inefficiente delle risorse, dalla mancanza di materie prime, dalla carenza di manodopera legata alla guerra e da progetti sovradimensionati con specifiche poco chiare.
 
Alla conferenza stampa di presentazione dei risultati hanno partecipato la Soprintendente ai beni culturali, Karin Dalla Torre, il direttore del Forte di Fortezza, Emanuel Valentin e l'architetto e responsabile del progetto, Heimo Prünster.
Nella presentazione del progetto, Prünster ha illustrato le caratteristiche principali del progetto, ha affrontato le domande e ha riferito i risultati della ricerca.
 
Valentin spiega: «La ricerca è un aspetto importante del lavoro museale. Presentando oggi i risultati di questo primo progetto di ricerca in Italia dedicato al Vallo Alpino, colmiamo un'importante lacuna conoscitiva. Essi contribuiscono in modo significativo a una migliore comprensione del museo nel Forte di Fortezza, dove si trovano anche il bunker museale n. 3 e l'esposizione permanente sul tema dei bunker in Alto Adige.»
 
Dalla Torre sottolinea inoltre: «Quando si prendono decisioni sulla conservazione del patrimonio, è importante poter contare su basi scientifiche per fare una scelta fondata. In questo senso, il lavoro culturale, sia esso di ricerca o di educazione nei musei, deve sempre essere dedicato alla pace. Conservare questi edifici non significa glorificare la guerra, ma preservarli per garantire la pace».
 
A seguito della conferenza stampa Heimo Prünster ha fatto una visita guidata alla mostra permanente «Bunkerizzato. Bunker in Alto Adige», dove ha mostrato la tabella con i risultati della ricerca, mentre la dipendente della fortezza, Esther Erlacher ha spiegato il concetto della mostra.
L'ampia visualizzazione dei dati del «Vallo Alpino» è liberamente accessibile su valloalpino.info. I risultati della ricerca e altri interessanti articoli specialistici si trovano nella pubblicazione allegata, scaricabile dallo stesso link.
D'ora in poi, le visualizzazioni potranno essere visualizzate da chiunque sulla tabella dati della mostra permanente «Bunkerizzato» al Forte di Fortezza.

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