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Più operatività e ingressi al Museo della Guerra di Rovereto

Presentato il nuovo direttore Francesco Frizzera e il bilancio di previsione per il 2019

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Camillo Zadra, Alberto Miorandi e Francesco Frizzera.
 
Si presenta come una sorta di ponte ideale tra due Centenari – quello legato alla fine della Prima guerra mondiale e quello legato alla nascita del Museo – l’attività che aspetta nei prossimi anni il Museo della Guerra di Rovereto e oggi al centro della tradizionale assemblea dei Soci convocata proprio per tracciare un quadro legato, in particolare, al Bilancio di Previsione 2019.
In mezzo, anche il passaggio dallo storico provveditore Camillo Zadra al futuro provveditore Francesco Frizzera con una staffetta-affiancamento a partire dal prossimo anno.
 
Giovane manager giovane di 32 anni, Frizzera è Dottore di ricerca presso l’Università degli Studi di Trento con una tesi sui profughi trentini durante la Prima guerra mondiale, recentemente rivista e pubblicata da Il Mulino col titolo «Cittadini dimezzati. I profughi trentini in Austria-Ungheria e in Italia (1914-1919)».
Già assistente di ricerca presso la Katholische Universität Eichstätt-Ingolstadt con un progetto su agricoltura e alimentazione in Germania (1914-1933) e assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Trento, vanta un’esperienza specifica grazie alla collaborazione con il Museo della Battaglia di Vittorio Veneto (Treviso), riferita all’elaborazione di percorsi didattici, percorsi di approfondimento ed ausili alla visita.
 
Circa il futuro, in relazione al Centenario della Grande Guerra, il presidente Alberto Miorandi ha lanciato una proposta alla nuova Giunta provinciale.
«Il Trentino – ha detto – oggi può decidere se accettare la sfida di diventare uno dei principali luoghi europei della Memoria della Grande Guerra assieme alle regioni di Verdun e della Somme in Francia, a quella delle Fiandre in Belgio e a quella della Galizia polacca e ucraina.»
Al riguardo, Miorandi ha ricordato come l’insieme di eventi, convegni, mostre, cerimonie commemorative, ricerche, iniziative di comunicazione e di proposte turistiche rivolte sia alle scuole sia a una platea più ampia di visitatori nonché di recupero di siti storici ha trasformato a livello locale il Centenario in un «meta evento» tale da registrare per l’immagine del Trentino un significativo arricchimento sul versante culturale e legittimare l’ambizione di un’offerta turistico-culturale di rilievo internazionale.
 
Circa il futuro il presidente del Museo della Guerra ha quindi citato l’imminente chiusura del V lotto dei lavori di restauro del castello e auspicato il contestuale avvio del VI e ultimo lotto.
Tappe che dovrebbero consentire di avere il Museo in piena attività, con la possibilità di tornare a esporre le collezioni permanenti in vista del 2021, ricorrenza legata ai cento anni di fondazione.
Con tali lavori si potrà tornare – ha ricordato Camillo Zadra – al tradizionale ingresso dalla ex Sala della Marina.
Al riguardo Miorandi ha ringraziato le istituzioni per la proficua collaborazione e il supporto garantito in questi anni da Provincia autonoma, Comune di Rovereto e Comunità della Vallagarina, oltre che da Caritro e altri sponsor.
«Sul fronte prettamente operativo la prossima scadenza – ha chiarito Miorandi – sarà la trasformazione della ragione sociale dall’attuale Onlus a Ets, per adeguarsi al nuovo Codice del Terzo Settore con la modifica di Statuti e regolamenti.»
 
In tema di risorse il bilancio di previsione 2019 si chiude in sostanziale pareggio sulla cifra di 1.245.000. Pur rinviando le valutazioni relative all’anno in corso alla futura assemblea dei soci chiamata a ratificare il bilancio consuntivo 2018, Miorandi e Zadra non hanno nascosto la soddisfazione per l’aumento di ingressi durante l’anno sinora superiore alle 5.000 unità rispetto al 2017.
Un risultato legato sia all’Adunata degli Alpini sia alle manifestazioni legate al Centenario della Guerra ma anche alle iniziative proprie – mostre eventi, proposte – messe in campo direttamente grazie alla grande professionalità dei dipendenti della struttura museale e al lavoro di Comunicazione gestito direttamente dall’area interna con il supporto di esperti esterni.
Un lavoro prezioso a favore dell’offerta turistico-culturale della Città messa in rete anche grazie alla sinergia operativa con l’Apt e con la presenza ai principali eventi ospitati a Rovereto
 
Sul fronte del supporto della Provincia autonoma il presidente Miorandi ha auspicato che si possa dare vita ad una programmazione triennale per poter dare certezze operative al Museo su un arco temporale di media durata, ideale per poter programmare le attività si culturali, sia di catalogazione sia di allestimento di mostre, prezioso volano per la Città di Rovereto anche in chiave turistico-promozionale. Oggi – ha ricordato – l’importante contributo viene valutato di anno in anno invece che triennalmente con conseguenti limitazioni operative di programmazione.

Di rilievo l’inaugurazione delle restaurate sale del Castello e la grande mostra «La pelle del soldato. Uniformi, corazze, elmetti e maschere antigas dalla Prima guerra mondiale al Duemila» che vi è ospitata e fa vedere dal vivo come, nel periodo compreso tra la fine dell’Ottocento e il Novecento, con il mutare delle armi, delle forme del combattimento e del contesto della guerra, siano cambiate le strategie e i dispositivi per difendere il corpo del soldato in battaglia.
Il percorso espositivo si focalizza sugli strumenti e i dispositivi difensivi indossati dal soldato (corazze, elmetti, uniformi, maschere antigas).
Cimeli storici e attrezzature d’avanguardia che stupiscono il visitatore. Come nel caso della recente giornata di visite gratuite voluta dal museo della Guerra di Rovereto accolta da ben 1.200 visitatori saliti al castello per conoscere e approfondire i ricordi della Prima Guerra Mondiale.
Pur considerando la gratuità dell’ingresso il dato è comunque significativo se paragonato agli oltre 700 accessi a pagamento registrati quest’estate a Ferragosto, che già avevano segnato un deciso incremento sull’analogo periodo 2017.
 
Vi è poi il Memoriale dei caduti trentini nella Grande Guerra con installazioni che permettono di ritrovare immagini di decine di cimiteri tedeschi, francesi e inglesi, italiani ed austro-ungarici, ma soprattutto i 400 cimiteri costruiti dagli austro-ungarici in Galizia per le decine di migliaia di caduti, tra i quali i trentini furono moltissimi nelle battaglie del 1914 e del 1915.
Consente anche di cercare il nome di un proprio antenato trentino morto nella Grande Guerra e consultare la sua scheda biografica accedendo all’elenco grazie a due postazioni presenti nella sala.
Un’altra installazione è invece dedicata al lutto delle famiglie, attraverso il caso del soldato Ugo Marcangeli arruolato nel Regio Esercito Italiano e morto sul monte Grappa il 2 luglio 1918 a 18 anni e 7 mesi.
E tra i cimeli in mostra al Museo della Guerra di Rovereto molto ricercati vi sono la storica bicicletta Bianchi usata dalla fanteria (oggetto di scambio con il museo di Francesco Moser che a maggio a prestato la bici del Record dell’Ora), la tromba dell’Armistizio e la bandiera bianca che accompagnarono la delegazione austriaca nei primi contatti – avvenuti il 29 ottobre 1918 a Serravalle di Ala - e ricordati a fine ottobre con una cerimonia al Cippo commemorativo di Ala.
 
Tra le ultime attività dello staff del Museo vi è la recente Giornata di riflessione incentrata sul lavoro svolto dai volontari nel recupero di siti storici della Grande Guerra: Luoghi riscoperti. Il lavoro delle associazioni e dei volontari per il patrimonio storico della Grande Guerra in Trentino.
Un evento organizzato in sinergia con La Comunità della Vallagarina e in collaborazione con il Servizio Attività culturali della Provincia autonoma di Trento, per fare un primo bilancio degli interventi realizzati, raccontare l’esperienza fatta dai volontari ma anche per interrogarsi sul futuro di questo complesso patrimonio storico.

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