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Sabato 19 va in scena al Teatro S. Marco «Fior di Zanelo»

Le atmosfere medievali sono ricreate in dialetto trentino dalla Compagnia «Gustavo Modena» di Mori

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La venticinquesima edizione di «Palcoscenico Trentino», rassegna a carattere provinciale organizzata dalla Co.F.As. e programmata a Trento al Teatro S. Marco, proseguirà sabato 19 novembre con il quarto dei cinque spettacoli in concorso per l'aggiudicazione dell’edizione 2022 del «Premio Mario Roat.
Protagonista dello spettacolo la Compagnia Teatrale «Gustavo Modena» di Mori con «Fior di Zanelo», un testo dialettale di Silvano Maturi nell’allestimento del quale, affidato alla regia di Jacopo Roccabruna, sono stati coinvolti anche attori provenienti da altre realtà teatrali (Filò da la Val Rendena, Filodrammatica «San Genesio» di Calavino, Associazione teatrale alense e Filodrammatica di Giustino).
 
Siamo nel 1310, in pieno Medioevo, e la vicenda prende l’avvio in un pomeriggio estivo sulla mulattiera che sale verso l’ospizio di Santa Maria di Campiglio, per concludersi nel convento alla sera.
Tanti, nella commedia, i riferimenti alle antiche leggende legate al misterioso monastero, alla ricca famiglia del «Moresc» e alle viscerali paure dei pastori locali.
Girolamo (Silvano Maturi) è un ciarlatano intraprendente costretto a escogitare, con la complicità del fedele Pino (Massimo Lorenzi), mille trovate per piazzare il Fior di Zanelo, preparato medicamentoso efficace contro ogni male.
 
Nel corso di una giornata ricca di imprevisti si imbatteranno in Calavino (Ivan Pedrollo) e Cortobraccio (Michele Tabarelli de Fatis), due loschi figuri animati da dubbia vocazione religiosa e in due fratelli rendenesi, Zuan (Alessio Bonapace) e Cesco (Jacopo Roccabruna), pronti a partire per cercare fortuna in Terra Santa.
Ad animare la vita di un monastero davvero sui generis anche la bella Margherita (Eloisa Tisi) con l’annoiato fratello Leonardo (Nicola Morandi) e la scaltra servitora Clelia (Monica Pedron), oltre al priore del monastero (Paolo Corsi) e al cellario Amilcare (Maurizio Monfredini) che nulla hanno da imparare da certi albergatori moderni.
 
Nella stesura del copione, che ha ottenuto il secondo premio al 20° Concorso Co.F.As. per testi inediti di Autori trentini, Silvano Maturi ha utilizzato un linguaggio particolare: un gramelot in salsa trentina che mischia un italiano con assonanze e cadenze antiche ad espressioni dialettali attinte da varie localizzazioni. Arricchiscono lo spettacolo le musiche originali di Massimo Caola Geri.
Sabato 19 novembre il sipario del Teatro San Marco si alzerà su «Fior di Zanelo» alle 20.45.

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