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Al Teatro San Marco di Trento sabato 4 novembre

La Compagnia di Lizzana trasferisce le «Allegre comari» di Shakespeare nell’Italia degli anni Sessanta

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La ventiseiesima edizione di «Palcoscenico Trentino», rassegna a carattere provinciale organizzata dalla Co.F.As. e programmata a Trento al Teatro S. Marco, proseguirà sabato 4 novembre con il secondo dei cinque spettacoli in concorso per l'aggiudicazione dell’edizione 2023 del «Premio Mario Roat».
Sarà in scena la Compagnia di Lizzana «Paolo Manfrini» con «Le allegre mogli», un adattamento del classico shakespiriano «Le allegre comari di Windsorì curato da Roberto Marafante, che ne ha anche firmato la regia.  
 
La leggenda racconta che questo testo teatrale - che William Shakespeare scrisse fra il 1599 e il 1601 - nacque per soddisfare il desiderio della regina Elisabetta I di vedere ancora in azione il personaggio di Falstaff, che la sovrana aveva amato nelle due opere precedenti del grande drammaturgo: Enrico IV ed Enrico V.
Però, come sempre, Shakespeare mischia le carte in tavola e crea una commedia divertente, con Falstaff come protagonista.
 
In realtà, le vere protagoniste della vicenda, ambientata in una cittadina di provincia, sono proprio le «allegre mogli»: Meg (Gianna Barozzi) e Alice (Valentina Maino). Le due donne, diventando così un’immagine ante litteram dell’emancipazione femminile, riescono a coinvolgere in una girandola di scherzi esplosivi e crudeli i mariti Giorgio (Sandro Barberi) e Francesco (Giovanni Scottini), il dottor Cajus (Marco Prezzi), suor Ughetta (Chiara Bassetti), l’ostessa Bardolfa (Cristina Prezzi) e la pettegola del paese signora Quickly (Ariele Manfrini).
 
Il tutto a scapito del povero Falstaff (Andrea Franzoi), tronfio cavaliere con le tasche vuote, arrogante, lussurioso e amorale che, insieme alle allegre mogli, urta la mentalità dei concittadini benpensanti, creando situazioni provocatorie e spiazzanti.
Contribuiscono ad arricchire l’intreccio i personaggi di Anna (Cornelia Marafante), figlia di Meg e Giorgio, del suo spasimante Fenton (Ostap Husak), della serva Robinia (Liliana Manica) e di Pistola (Maurizio Raffaelli).
Tutti personaggi che, con i loro tradimenti, le invidie e le gelosie, sembrano quasi usciti da una puntata della serie televisiva «Casalinghe disperate».
 
«Questa lettura - afferma la Compagnia - ci ha spinto ad ambientare la vicenda nell’Italia tra gli anni ’50 e ’60, nel pieno boom economico, dove convivevano vecchie usanze e moderne convenienze, dove il denaro cominciava a gestire anche i sentimenti, dove anche l’amore era un affare non solo di cuore!
«Ne è uscita una commedia all’italiana dove si ride molto, ma si è costretti a pensare tanto.»
 
Roberto Marafante, autore dell’adattamento e regista dello spettacolo, è un autore teatrale, regista e sceneggiatore romano di nascita, ma trentino d’adozione.
Nato nella capitale nel 1954, ha iniziato la sua attività artistica molto presto, esordendo come attore a 17 anni in una commedia di Beckett per la regia di Andrea Camilleri.
Diplomatosi in Composizione al Conservatorio A. Casella dell’Aquila, ha continuato la sua carriera di attore con registi quali Luca Ronconi e Lina Wertmüller, e ha firmato la sua prima regia teatrale nel 1976.
Sta ora per raggiungere il traguardo delle cento regie teatrali, oltre ad aver realizzato due film, vari cortometraggi e sceneggiature.
 
Sabato 4 novembre il sipario del Teatro San Marco si alzerà su «Le allegre mogli» alle 20.45.

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