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«Baby Jane» Sabato 4 novembre ore 20.45 al Teatro di Meano

Lo spettacolo della Compagnia Teatrale TeatRing è ispirato al film vincitore del Premio Oscar «Che fine ha fatto Baby Jane?» del 1962

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Sabato 4 novembre alle 20.45 all’interno del progetto delle Residenze artistiche del Teatro di Meano debutta Baby Jane, lo spettacolo della Compagnia Teatrale TeatRing ispirato al film vincitore del Premio Oscar «Che fine ha fatto Baby Jane?» del 1962.
Il Teatro di Meano si impegna da anni nell’incoraggiare la crescita e lo sviluppo di compagnie e artisti teatrali locali e nazionali, e ha istituito il progetto «residenze artistiche» offrendo un ambiente creativo e risorse vitali per la creazione e il perfezionamento di spettacoli teatrali.
Baby Jane è il primo titolo in residenza per la stagione 2023-2024, prova concreta del suo significativo contributo alla crescita delle arti teatrali in Trentino.
 
Lo spettacolo è scritto e diretto da Giulio Federico Janni e vede in scena Marianna Esposito, Francesca Ricci e Diego Paul Galtieri. Il lavoro si ispira al celebre film vincitore del Premio Oscar «Che fine ha fatto Baby Jane?» del 1962, con la regia di Robert Aldrich e le superbe interpretazioni di Bette Davis e Joan Crawford, e soprattutto dal racconto omonimo da cui è tratta la pellicola, firmato da Henry Farrell nel 1960.
«Quando odiamo qualcuno, odiamo nella sua immagine qualcosa che è dentro di noi.»
Hermann Hesse
 
Due sorelle. Una gabbia. L’odio. La solitudine.
Baby Jane descrive in modo a tratti sarcastico e grottesco le esasperanti conseguenze del successo eccessivo, prematuro e poco meritato, non solo sulla protagonista del titolo - convinta ancora in tarda età di poter ottenere tutto ciò che vuole pestando i piedi - ma anche della sorella, cresciuta nella quasi totale anaffettività e nel paragone squalificante nei confronti di Jane, ai tempi più bella e capace.
 
Lo spettacolo si ispira liberamente al celebre film di Robert Aldrich Che fine ha fatto Baby Jane? per tracciare le linee di un vero e proprio horror psicologico che da molti punti di vista nasce e si sviluppa in un contesto limite, in cui la profondità espressiva del dramma rappresentato si nutre dei meccanismi manipolatori, seduttivi e contro-seduttivi rappresentando con vivida chiarezza le drammatiche conseguenze relazionali e umane di ciò che si definisce un’organizzazione borderline della personalità.
Baby Jane mette in scena i danni incrociati dell'invidia e del senso di colpa sullo sfondo di una società contemporanea che ancora oggi propone il modello del successo ad ogni costo come obiettivo conforme di realizzazione umana e sociale.

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