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La Co.F.As. presenta: «En cafedin al bar dela Bea»

Andrà in scena domenica 17 marzo alle ore 16 al Teatro San Marco di Trento

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Il decimo e ultimo appuntamento con «La Vetrina del Teatro Co.F.As.», primo atto della 27ª edizione dell’annuale rassegna amatoriale «Palcoscenico Trentino», vedrà in scena domenica 17 marzo al Teatro San Marco di Trento la Filodrammatica «Arca di Noè» di Mattarello con «En cafedin al bar dela Bea», una commedia di Luciano Zendron che ne ha curato anche la regia con la collaborazione di Milena Di Camillo.
 
Al «Bar dela Bea», un intreccio di storie si dipana in due atti unici - Foto di compleanno e Libera uscita - dove il filo conduttore è costituito dal tempo che passa e lascia i suoi segni, non sempre generosi.
Il primo atto ci invita a fare la conoscenza di Bea (Beatrice Pontalti), titolare di un bar-trattoria, del padre Franco (Franco Faes) costretto su una sedia a rotelle, e delle tre sorelle della scontrosa ostessa: la svanita e vanitosa Lorenza (Lorenza Nardelli), la cinica Renata (Renata Baldo) e Sonia (Sonia Tambosi), distratta e generosa.
 
A movimentare la scena, il festeggiamento di un compleanno che vede coinvolti anche Pier (Piergiorgio Frizzera), l’aiutante tutt’altro che sveglio di Bea, e due clienti del bar: Luciano (Luciano Zendron) e Matteo (Matteo Bertoletti).
Saranno questi ultimi a fare da trait d’union con i protagonisti del secondo atto che vede il Bar ospitare per un pomeriggio di «libera uscita» quattro anziane ospiti di una casa di riposo, accompagnate da uno svogliato operatore (Franco Faes): si tratta della bisbetica Elena (Elena); della dispettosa Marisa (Marisa Postal); della scaltra Milena (Milena Di Camillo) e di Sonia (Sonia Tambosi), appassionata del bel canto.
 
Fra debolezze, speranze, ambizioni, generosità, avidità, ricordi e rimpianti, è la vita ad andare in scena, con l’ironia che permette di sorridere delle umane fragilità e del tempo che non fa sconti.
Ma i protagonisti di questa commedia nata all’interno della Filodrammatica (non a caso i nomi dei personaggi corrispondono ai nomi dei loro interpreti) possono far conto su un potente antidoto: saper ridere di sé stessi e del mondo.
E allora tutto, nel linguaggio della caricatura, diventa possibile e talvolta verosimile. Tenendo conto, per dirla con le parole dell’autore della commedia, che «la vita l’è ’na roda che la seuta a rudolar e no ghè gnent che la poda fermar».

Domenica 17 marzo il sipario del Teatro San Marco di Trento si alzerà su «En cafedin al bar dela Bea» alle ore 16.

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