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«Immagino tu sia già andato in buca» diretto da Nicola Piffer

Lo spettacolo va in scena il 19 aprile alle ore 20.45 presso Teatro di Villazzano

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Venerdì 19 debutta al teatro di Villazzano, nel percorso della stagione Residenze, lo spettacolo «Immagino tu sia già andato in buca» diretto da Nicola Piffer che ha scovato e riadattato un testo come sempre crudo e poco elegante di Irvine Welsh con quattro giovani in scena per raccontare la violenza e la disperazione di un intreccio tra poveri cristi.
Per Villazzano Immagino tu sia già andato in buca è un ennesimo passaggio nel progetto che mette a disposizione spazi ed energie a chi vuol sperimentare un teatro che non si riduce al solo giorno dello spettacolo.
Le residenze permettono di costruire la proposta al teatro di Villazzano, vivendo tutte le fasi che vanno dall’allestimento alla messa in scena in una proficua dimensione di confronto e di scambio con chi il teatro lo gestisce e frequenta.
Con Irvine Welsh non si sta tranquilli. L’uomo - lo scrittore, autore – è quello di Trainspotting: pugni nello stomaco senza nessun cedimento al politically correct e nemmeno all’eleganza.
 
Ceffoni in faccia al pubblico dei benpensanti sordi e ciechi di fronte agli squilibri di una società che produce devianze e tossicità come estremo ed autolesionistico rifugio.
Se Trainspotting ha fatto storia imbarazzante passando dallo scritto alla scena, esistono di Welsh testi meno noti ma non meno impattanti.
Uno di questi testi lo ha scovato Nicola Piffer: giovane cresciuto a pane e prosa nella fucina di EstroTeatro, membro del team organizzativo e creativo del teatro di Villazzano.
La storia? Storia di violenza. L’ambiente? Quello disperato dei diseredati protagonisti di malvivenze.
Un rapimento tra poveri cristi che hanno pendenze da saldare in quell’Edimburgo che nelle pagine di Welsh è territorio per nulla bucolico e per nulla poetico.
 
Una vicenda a quattro nella quale la vendetta si mischia a qualche forma malata d’innamoramento per una piece dal ritmo incalzante ma poco rassicurante.
«Certo – spiega Piffer – la scommessa è forte. Con Welsh non si scherza e portare la violenza sul palco non è mai semplice. Ma è stato proprio questo aspetto ad interessarmi. Il testo offre l’occasione di riflettere sulla violenza ma anche sulle possibilità di redenzione.»
Come dire che dello spettacolo la trama è sì importante ma è molto più importante il tratteggio dei caratteri scomodi dei personaggi, i loro ingorghi interiori, le crisi, il baratro umano ma anche la debole luce di qualche speranza.
Faccenda seria dunque per uno spettacolo che Nicola Piffer ha affidato alle parole e ai gesti di Lorenzo Marchi, Federica Scarpinato, Angelique Romanelli e Emanuela Borga.
Due di loro hanno già calcato le scene. Due sono alla prima prova dopo i corsi di Estro. 

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