Nidi Aziendali/ 1. – Francesca Gerosa, spazientita dall'inerzia, chiede aiuto alla stampa
«È dal 2007 che attendiamo un regolamento d'attuazione e ancora ci mandano alle calende greche»
Non si era mai vista Francesca Gerosa (nella foto) così arrabbiata e
offesa sia nei panni di consigliera comunale che da mamma, come la
si è vista oggi in conferenza stampa, sostenuta da una delegazione
di genitori di bambini di età compresa nella fascia 0-3 anni (Laura
Primiceri, Fausta Nicolodi, Davide Palmisano, Andrea Di Gennaro,
Katia Peranzoni, Gert Guri, Taodora Attanasio), destinatari dei
servizi alla prima infanzia della provincia di Trento.
Il nodo della questione è la mancanza della stesura del regolamento
attuativo della Legge Provinciale n. 4 del marzo 2002 (modificata
nel 2007) all'art. 3 bis sui Nidi di infanzia nei luoghi di lavoro,
la cui finalità è quella di «assicurare alle famiglie con genitori
lavoratori un luogo idoneo ad accogliere ed educare i figli durante
l'orario di lavoro, agevolando la conciliazione dei tempi
dell'attività lavorativa con quelli delle cure familiari, mediante…
il sostegno di nidi di infanzia costituiti presso datori di lavoro
privati o pubblici, realizzati e gestiti anche a livello
interaziendale sulle basi di convenzioni tra i soggetti
interessati».
«È incredibile - ha commentato Francesca Gerosa - che ad oggi, dopo
due anni e mezzo dall'entrata in vigore di questa modifica della
legge datata 2002, questo regolamento non sia stato ancora redatto.
La legge prevede che questi nidi aziendali possono essere sostenuti
mediante l'attivazione di convenzioni tra il comune in cui ha sede
un'azienda e l'azienda medesima.
«Senza questo regolamento - ha incalzato ancora - le convenzioni
non possono essere messe in piedi e di conseguenza le aziende e le
realtà (vedi cooperative o associazioni) che offrono un servizio
interaziendale di questo tipo non possono accedere ad alcun tipo di
sovvenzione.
«Senza sovvenzioni, - ha ricordato con veemenza - far sopravvivere
questi servizi è impresa ardua. Il costo di un bambino per una
struttura ammonta a circa 1.200 euro al mese. Questi nidi, oggi
privati, arrivano a chiedere fino a circa 700 euro al mese per (il
tempo pieno il doppio di una struttura pubblica)e la differenza
resta a carico delle società, che inevitabilmente vanno in rosso,
L'intervento pubblico è indispensabile, se vogliamo effettivamente
permettere ai cittadini di pagare il servizio come quello pubblico,
come vorrebbe la legge.»
La consigliera Gerosa, che da un anno ormai segue con passione la
vicenda, è arrivata a presentare in Consiglio Comunale ai primi
dello scorso dicembre un ordine del giorno (votato all'unanimità)
che impegnava la giunta comunale a farsi carico del problema e a
fare pressioni sulla giunta provinciale affinché il regolamento
venisse redatto. Più volte si è sentita direttamente con
l'assessore Marta Dalmaso, la quale più volte ha garantito che il
documento sarebbe stato pronto a breve.
«Dieci giorni fa - dichiara duramente Francesca Gerosa - ho
nuovamente contattato gli uffici dell'assessore per chiedere un
appuntamento in presenza della delegazione qui presente oggi. Sono
stata ricontattata il giorno dopo da una segretaria della Dalmaso,
la quale mi ha comunicato che l'Assessore non riteneva necessario
né opportuno un incontro con noi, in quanto "già stavano lavorando
al regolamento e di lasciarli lavorare" (solita frase sentita
decine di volte). A seguito di questa doccia fredda, inutile quanto
provocatoria, dato che una porta in faccia (sia pur
metaforicamente) non la si sbatte neanche a un cane, ho cercato
ripetutamente di contattare il Dott. Ceccato del Servizio
istruzione, il quale a tutt'oggi oggi non ha ancora dato sue
notizie.»
«La conferenza stampa di oggi è conseguenza di questa mancanza di
tatto, di questo ostinato rifiuto al dialogo e di risposte mai date
da queste persone che, è bene ricordarlo, siedono sulle loro
poltrone per fare gli interessi di tutti i cittadini, di destra o
di sinistra che siano.
«Ovviamente possono anche mancare le risorse, ma va detto perché la
gente perbene ha diritto di credere alle buone intenzioni votate da
una legge. A questo punto pretendiamo - ha continuato la
consigliera Gerosa senza mezzi termini - delle risposte e delle
scadenze precise. Per questo chiediamo aiuto agli organi di stampa,
dato che direttamente non ci è stato possibile avere risposte!
«Se non c'è intenzione di redigere questo regolamento d'attuazione,
- ha concluso la Consigliera - che lo dicano. Allora però il Libro
Bianco sulle politiche familiari e per la natalità con il quale si
riempiono tanto la bocca, nel quale scrivono che "la giunta
provinciale interverrà in forma definitiva e sistematica nella
presa i carico della fascia 0-3 anni per fornire certezze alle
famiglie", potrà diventare senza sensi di colpi un libro nero per
la nostra Autonomia.»
Noi l'appello l'abbiamo accolto, pubblicando le dichiarazioni di
Francesca Gerosa e della delegazione da lei guidata.
La parola passa alla Provincia.